Medicinali dannosi per gli anziani: sono 7 a cui fare massima attenzione

Alcuni farmaci potrebbero avere gravi effetti collaterali negli anziani. Alcuni studi scientifici ne evidenziano la pericolosità.

Gli anziani sono maggiormente esposti a malattie e patologie per le quali è necessaria l’assunzione perenne di farmaci. Non tutti i medicinali, tuttavia, sono adatti, anzi alcuni potrebbero addirittura causare l’insorgenza di gravi pericoli per la salute.

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7 medicinali potenzialmente dannosi per gli anziani: massima attenzione per chi li assume (informazioneoggi.it)

Col passare del tempo, il corpo umano è soggetto a cambiamenti irreversibili, come quelli che interessano, ad esempio, la funzionalità renale ed epatica, il metabolismo e la massa muscolare. Queste variazioni determinano un differente assorbimento dei farmaci che, in alcuni casi, possono diventare tossici. Il tema è stato ampiamente affrontato dalla letteratura scientifica, che ha specificato quali sono le principali categorie di medicinali che possono essere dannosi per gli over 65.

7 farmaci potenzialmente letali per gli anziani: l’elenco completo

Negli anziani costretti ad assumere quotidianamente farmaci, è probabile l’insorgenza di effetti collaterali che, in alcune ipotesi, potrebbero comportare conseguenze molto gravi per la salute. Ma quali sono le tipologie di medicinali maggiormente esposti al pericolo?

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7 farmaci potenzialmente letali per gli anziani: l’elenco completo (informazioneoggi.it)

Il primo gruppo di farmaci a cui prestare attenzione è quello di benzodiazepine e sedativi-ipnotici (diazepam, lorazepam, alprazolam, zolpidem). Secondo uno studio dell’American Geriatrics Society, potrebbero determinare ansia e insonnia, con un maggior pericolo di cadute, fratture e stati deliranti. Occhio anche agli anticolinergici (difenidramina, amitriptilina, oxibutinina), di norma prescritti contro allergie, depressione e vescica iperattiva. Gli scienziati hanno scoperto che potrebbero causare ritenzione urinaria, stitichezza, bocca secca, problemi alla vista e addirittura declino cognitivo.

Chi assume con regolarità FANS (ibuprofene, diclofenac, ketoprofene) contro le infiammazioni, invece, potrebbe essere esposto a ulcere gastriche, sanguinamenti gastrointestinali, insufficienza renale e scompenso cardiaco. Non sono esenti da rischi i diffusissimi inibitori di pompa protonica (omeprazolo, pantoprazolo), usati in caso di gastrite e reflusso. È stato provato che un loro utilizzo costante provocherebbe un cattivo assorbimento di vitamina B12, magnesio e calcio, con il conseguente incremento di osteoporosi e decadimento cognitivo.

Gli antipsicotici atipici (risperidone, olanzapina, quetiapina), prescritti contro la demenza, aumenterebbero l’insorgenza di ictus, trombosi e morte improvvisa, mentre gli antidepressivi triciclici (amitriptilina, nortriptilina) avrebbero dei gravi effetti anticolinergici e cardiovascolari, con l’aumento del rischio di aritmie e cadute. I sulfoniluree di vecchia generazione (glibenclamide), usati contro il diabete, potrebbero, infine, determinare ipoglicemie prolungate, anche letali.

Alla luce degli studi richiamati, è essenziale non intraprendere mai cure fai-da-te ma consultare sempre uno specialista, per una prescrizione accurata e personalizzata, che tenga conto dello specifico stato di salute e dell’età del paziente. La cura, infatti, è efficace solo se i farmaci vengono selezionati con attenzione e adeguati periodicamente sulla base dei progressi o delle regressioni delle condizioni cliniche.

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