La nuova Legge di Bilancio potrebbe prevedere un nuovo strumento per anticipare la pensione e diverse misure di rivalutazione. Cosa cambia?
La riforma delle pensioni è il tema che, più di tutti, infiamma il dibattito politico. Dal mese di settembre, l’Esecutivo dovrebbe iniziare a lavorare alla prossima Legge di Bilancio e approvare la nota di aggiornamento al DEF, contenente le novità sull’inflazione attesa. I dati sono destinati ad avere delle importanti ripercussioni anche sulle pensioni, perché a seconda del tasso registrato verrà disposta l’eventuale rivalutazione a partire dal mese di gennaio 2026.
Ma cosa potrebbe cambiare per i lavoratori prossimi al pensionamento? In attesa di conoscere le sorti di Quota 103, Opzione Donna e Ape sociale, si è diffusa l’ipotesi di una Quota 41 flessibile, un nuovo strumento per consentire ai contribuenti di lasciare il lavoro prima del raggiungimento dei 67 anni di età . Quali requisiti richiederà ?
Quota 41 flessibile dovrebbe consentire a tutti di andare in pensione con 62 anni di età e 41 anni di contributi. A differenza di Quota 103, però, sarà diverso il meccanismo per il calcolo della penalizzazione sull’assegno previdenziale. In pratica, dovrebbe essere stabilito un taglio fisso del 2% per ogni anno di anticipo, fino alla maturazione dell’età pensionabile (ossia 67 anni). La riduzione, inoltre, non riguarderà i soggetti che hanno un ISEE fino a 35 mila euro.
Per quanto riguarda la somma spettante, nella nota di aggiornamento al DEF, attesa entro il 27 settembre, saranno indicati i dati sull’andamento dell’inflazione. Al momento, la rivalutazione dovrebbe essere tra l’1,6% e l’1,8%, ma l’aumento dell’assegno non sarà uguale per tutti. Si terrà , infatti, conto dell’importo della pensione e chi supera le 4 volte il trattamento minimo INPS riceverà una rivalutazione parziale. Nel dettaglio:
Sempre entro settembre dovrebbero esserci informazioni più dettagliate sulla Riforma fiscale. Le indiscrezioni parlano di una riduzione dell’IRPEF per il secondo scaglione, ossia quello con reddito compreso tra 28 mila e 50 mila euro, la cui soglia potrebbe essere innalzata a 60 mila euro. In tal caso, l’aliquota potrebbe scendere dal 35% al 33%. Ma al momento si tratta solo di un’ipotesi, in attesa che il Governo sappia con certezza se ci saranno le risorse economiche necessarie.
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