Nel 2026 alcune finestre per l’uscita anticipata potrebbero chiudersi: ecco quali lavoratori potranno ritirarsi.
Nel 2026 il sistema pensionistico italiano non subirà modifiche sostanziali nelle sue regole ordinarie. Non è prevista l’introduzione di nuove misure di pensione anticipata, né sono in arrivo cambiamenti nei requisiti anagrafici o contributivi per accedere alla pensione di vecchiaia.

Tuttavia, alcune opzioni attualmente disponibili potrebbero cessare alla fine del 2025, rendendo l’accesso anticipato più difficile negli anni a venire.
Di fatto, una vera riforma delle pensioni potrebbe essere rimandata al 2027, alla fine dell’attuale legislatura. Il governo ha annunciato la volontà di intervenire, ma si tratta di promesse distribuite su un arco temporale ampio e non concentrato sull’immediato. Per chi sta pianificando l’uscita dal lavoro, è quindi fondamentale conoscere le condizioni che, allo stato attuale, consentiranno di andare in pensione nel 2026.
Chi potrà davvero andare in pensione nel 2026: età, contributi e categorie agevolate
Nel 2026 continueranno a valere i requisiti ordinari per l’accesso alla pensione di vecchiaia, fissati a 67 anni di età con almeno 20 anni di contributi. Questo significa che potranno accedere al trattamento pensionistico standard i lavoratori nati nel 1959, ovvero coloro che raggiungeranno i 67 anni nel corso dell’anno.

Resteranno inoltre valide le pensioni anticipate ordinarie, che non prevedono un requisito anagrafico ma richiedono 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne, con una finestra mobile di 3 mesi per la decorrenza del primo assegno.
Per chi svolge attività gravose o usuranti, sarà ancora possibile accedere alla pensione prima dei 67 anni, purché si possiedano almeno 30 anni di contributi effettivi. In questo caso, l’uscita sarà possibile già a 66 anni e 7 mesi, senza l’adeguamento legato all’aspettativa di vita introdotto nel 2019.
Un vantaggio importante riguarda anche le lavoratrici madri. Coloro che hanno iniziato a versare i contributi dopo il 31 dicembre 1995 potranno beneficiare di uno sconto di 4 mesi per ogni figlio, fino a un massimo di 16 mesi. Questo significa che alcune donne nate nel 1960, 1961 o, in casi particolari, anche nel 1962, potranno accedere alla pensione di vecchiaia nel 2026.
Infine, esiste la possibilità di pensione anticipata contributiva, riservata ai lavoratori con almeno 64 anni di età, 20 anni di contributi, e un primo versamento effettuato dopo il 31 dicembre 1995. È inoltre richiesto che la pensione maturata sia pari ad almeno 3 volte l’assegno sociale. Anche qui, per le donne madri si applicano condizioni più favorevoli: con 1 figlio, basta un importo pari a 2,8 volte l’assegno sociale; con 2 o più figli, il requisito scende a 2,6 volte.