Milioni di auto verso lo stop in quattro regioni: arrivano le nuove regole sulla circolazione.
Dal 1° ottobre 2025, entrerà in vigore un’importante restrizione alla circolazione dei veicoli in diverse aree del Nord Italia. Il provvedimento riguarda le auto diesel Euro 5, che non potranno più circolare liberamente in alcuni comuni di Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna. La misura, stabilita dal decreto legge 12 settembre 2023, n.121, fa parte di un piano di contrasto all’inquinamento atmosferico nelle aree urbane più popolate e soggette a criticità ambientali.

Il blocco non sarà generalizzato su tutto il territorio regionale, ma interesserà esclusivamente i comuni con più di 30.000 abitanti. In queste città, le limitazioni saranno attive nei giorni feriali, nella fascia oraria compresa tra le 8.30 e le 18.30, e resteranno in vigore fino ad aprile 2026. Si tratta di un intervento mirato, che coinvolge milioni di veicoli ancora in circolazione e che solleva interrogativi importanti sia per i cittadini che per il settore automobilistico.
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A essere coinvolte dal provvedimento sono le vetture immatricolate tra il 2011 e il 2015, classificate come Euro 5. In generale, la classificazione “Euro” definisce lo standard ambientale di omologazione di ogni veicolo, sulla base del livello massimo di emissioni di CO2. Per fare chiarezza: le auto Euro 1 sono quelle immesse sul mercato a partire dal 1° gennaio 1993, mentre le Euro 2 risalgono al 1997, le Euro 3 al 2001, le Euro 4 al 2006, le Euro 5 al 2011, e infine le Euro 6 al 2015.

Verificare la propria classe ambientale è semplice: basta consultare la voce V.9 del libretto di circolazione, oppure accedere al portale ufficiale del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti per controllare online lo standard della propria auto.
Il provvedimento ha già sollevato forti reazioni politiche. Il ministro Matteo Salvini ha definito la misura “una follia europea”, criticando duramente le restrizioni e il cosiddetto green deal della Commissione von der Leyen. La Lega, ha annunciato il ministro, sta lavorando a un emendamento da inserire nel decreto infrastrutture per cercare di bloccare l’entrata in vigore di queste limitazioni, che colpirebbero, secondo le sue parole, milioni di italiani ancora in possesso di un’auto Euro 5.
Nel frattempo, l’orizzonte si fa chiaro: a meno di nuove modifiche legislative, per chi vive o lavora in una delle città coinvolte, il tempo stringe. Le alternative? Cambiare veicolo, puntare su mezzi meno inquinanti o, per alcuni, riorganizzare radicalmente le proprie abitudini di mobilità.