Dal 2025 nuove regole INPS limitano l’accesso al Bonus Nido solo a strutture ben precise.
Dal 2025, ottenere il Bonus Nido sarà più difficile per molte famiglie italiane. L’INPS ha infatti introdotto nuovi criteri che restringono sensibilmente il numero di strutture ritenute idonee per l’erogazione del beneficio. In base alle nuove disposizioni, il bonus potrà essere concesso soltanto se il bambino frequenta un asilo nido pubblico o privato autorizzato dalla Regione o dall’Ente locale competente.

Si tratta di un cambiamento che esclude automaticamente tutti quei servizi per l’infanzia che, pur essendo diffusi e spesso fondamentali per l’organizzazione familiare, non rispettano i requisiti strutturali e gestionali richiesti.
Cosa cambia per il bonus nido 2025
Le restrizioni volute dall’INPS per i servizi per l’infanzia per i quali è possibile ottenere il Bonus nido 2025 potrebbe mettere in difficoltà numerose famiglie italiane Le sedi territoriali dell’INPS hanno già cominciato a rigettare numerose domande per il Bonus Nido, in quanto le strutture frequentate dai minori non risultano conformi ai nuovi parametri. Oltre all’autorizzazione formale da parte dell’Ente locale, la struttura deve possedere caratteristiche specifiche: deve essere organizzata “a misura di bambino”, disporre di spazi strutturati adeguatamente e offrire un progetto pedagogico ed educativo ben definito.

Non è sufficiente che il servizio sia autorizzato ad operare: per poter rientrare nel perimetro del bonus, deve essere effettivamente assimilabile a un asilo nido, con una proposta formativa completa e personale educativo qualificato. Al contrario, molti servizi oggi utilizzati dalle famiglie non rispondono a tali criteri: ludoteche con orari ridotti, baby parking privi di continuità educativa o strutture autorizzate con regolamenti semplificati non potranno più beneficiare del contributo.
Questa esclusione riguarda anche quelle realtà che, pur offrendo un supporto importante, non sono formalmente inquadrate come asili. Il rischio è che numerose famiglie, specie in territori dove l’offerta di nidi è insufficiente, restino senza un sostegno economico essenziale per la gestione della cura dei figli.
Solo in rari casi le strutture integrative potranno essere incluse, ma a condizione che rispettino standard elevati: spazi adeguati, organizzazione educativa strutturata, personale con formazione specifica e progetti didattici coerenti. In mancanza di questi elementi, le spese non saranno rimborsabili, anche se già sostenute.
Per questo motivo, diventa cruciale per le famiglie informarsi preventivamente sulla natura giuridica e funzionale della struttura prescelta. Presentare domanda per un servizio non riconosciuto comporta inevitabilmente il rigetto della richiesta, con effetti pesanti sul bilancio familiare. L’unica soluzione resta rivolgersi a nidi autorizzati e riconosciuti ufficialmente come tali, un’opzione non sempre disponibile in modo uniforme su tutto il territorio nazionale.