Il datore di lavoro mi ha imposto il trasferimento, ho la legge 104 per mia madre, lo può fare?

La legge 104 tutela i lavoratori disabili e i loro familiari attraverso varie agevolazioni sia assistenziali sia economiche. Inoltre, tutela il diritto di assistenza. 

In quest’articolo esaminiamo il caso di una lavoratrice che ci chiede: “il mio datore di lavoro mi ha imposto il trasferimento presso un altro ufficio sempre nella stessa città. Però, questo mi crea un disagio perché mi allontano dall’abitazione di mia madre che assisto. Percepisco i permessi legge 104 di tre giorni al mese. Cosa posso fare? Grazie”

Uomo con pacco in mano e logo 104
Il datore di lavoro mi ha imposto il trasferimento, ho la legge 104 per mia madre, lo può fare? (Informazioneoggi.it)

Di recente la Corte di Cassazione ha esaminato un caso simile numero 21670 dell’anno 2019, analizziamo cosa hanno deciso i giudici.

Trasferimento sul lavoro e assistenza a familiari disabili: la Cassazione dà ragione alla lavoratrice

Con una recente decisione, la Corte di Cassazione ha accolto il ricorso di una dipendente di Poste Italiane che si era opposta al trasferimento disposto dalla sua azienda dall’ufficio postale.

Agenda con logo 104 e tazza di caffè
Trasferimento sul lavoro e assistenza a familiari disabili: la Cassazione dà ragione alla lavoratrice (Informazioneoggi.it)

La Corte d’appello di Ancona, con una sentenza del 2016, aveva respinto la sua richiesta, ritenendo legittimo lo spostamento nonostante la donna assistesse un familiare disabile grave ai sensi della legge 104. Infatti, secondo i giudici d’appello,  la nuova sede non comprometteva in modo significativo la possibilità di prestare assistenza.

Ma la lavoratrice ha fatto ricorso alla Cassazione, sostenendo che la legge 104 dell’anno 1992 tutela il diritto all’inamovibilità non solo in caso di trasferimenti molto distanti, ma ogni volta che cambia in modo stabile il luogo di lavoro, anche se la nuova sede si trova nella stessa città o all’interno della stessa struttura organizzativa.

I giudici della Cassazione ha dato ragione alla ricorrente, il divieto di trasferimento vale ogni volta che cambia la sede geografica dove il lavoratore presta la propria attività, anche all’interno della stessa “unità produttiva” (cioè l’insieme degli uffici o sedi aziendali). La norma, infatti, parla chiaramente di sede di lavoro e non di “unità produttiva”, e ciò implica una tutela più ampia per chi assiste un familiare disabile.

La Cassazione ha annullato la sentenza della Corte d’appello di Ancona e il caso sarà riesaminato da una nuova sezione della stessa Corte, che dovrà attenersi al principio stabilito dalla Cassazione.

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