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Pensioni

Posso andare in pensione con pochi contributi e 4 anni di NASpI, mi hanno detto che sarò penalizzato, è vero?

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Il sistema pensionistico italiano prevede varie misure che permettono di accedere alla pensione ma alcune possono subire delle penalizzazioni a volte significative. 

La penalizzazione è più forte quando la carriera lavorativa è discontinua e in alcuni casi i periodi di disoccupazione indennizzata non sono utili per il pensionamento.

Posso andare in pensione, ho 4 anni di NASpI e mi hanno detto che sarò penalizzato, è vero? (Informazioneoggi.it)

Affrontiamo in quest’articolo il quesito di un Lettore comune a molti italiani, che ha maturato un montante contributivo basso e la sua carriera è stata spesso interrotta da licenziamenti.

Pensione con contributi puri e figurativi, si è penalizzati sull’assegno?

Un Lettore ci scrive che ha maturato pochi contributi nella sua carriera lavorativa, non ha voluto lasciare la sua terra per cercare lavoro. Ha maturato nell’arco della vita lavorativa solo 5 anni di lavoro e ha percepito 4 periodi di disoccupazione indennizzata (NASpI). Ci chiede cosa può fare, perché gli hanno detto che i 4 anni di NASpI sono nulli, e che deve ancora aspettare.

Pensione con contributi puri e figurativi, si è penalizzati sull’assegno? (Informazioneoggi.it)

Precisiamo che i contributi figurativi riconosciuti dall’INPS nel periodo di disoccupazione, sono utili alla pensione, ma dipende molto anche dal sistema con cui è calcolata la pensione.

I contributi puri sono quelli effettivamente lavorati, e riguardano i lavoratori che hanno iniziato a lavorare dopo il primo gennaio 1996. Riguarda tutti i lavoratori che hanno versato il primo contributo successivamente al 31 dicembre 1995, dopo il passaggio, del calcolo della pensione dal sistema retributivo a quello contributivo.

Questo passaggio ha determinato una penalizzazione significativa sull’assegno pensionistico per molti lavoratori. La pensione calcolata con il sistema contributivo si basa sui contributi effettivamente versati dal lavoratore e non sull’ammontare dell’ultima retribuzione come si applicava prima. Con questo sistema chi accede alla pensione più tardi è premiato, inoltre, chi ha una carriera lavorativa discontinua e lo stipendio non è elevato, è penalizzato con una riduzione sull’assegno pensione.

Inoltre, ai contributi puri non si applica l’integrazione al minimo (Legge 638/1983), nel 2025 il trattamento minimo è fissato a 603,40 euro mensili, oltre ad un incremento del 2,2% con porta ad un valore dell’assegno minimo a 616,67 euro.

Due alternative di pensionamento

La pensione di vecchiaia prevede un’età pensionabile di 67 anni e un minimo di 20 anni di contributi. Chi come il nostro Lettore, non ha maturato 20 anni di contributi, per andare in pensione dovrà attendere di aver compiuto 71 anni. Questa misura contributiva prevede l’accesso alla pensione solo con contributi puri (esclusi i contributi figurativi, e altre tipologie) con solo 5 anni di contributi.

In alternativa è possibile ottenere l’assegno sociale a 67 anni se si rispettano i requisiti richiesti. Nel 2025 l’imposto dell’assegno è di 538,69 euro pagato per tredici mensilità.

Consigliamo al nostro Lettore di rivolgersi ad un Patronato e far esaminare la sua situazione e se ci sono i presupposti, scegliere una delle due alternative.

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