Ci sono casi reali che i debiti con il Fisco non devono essere più pagati, molto dipende dalla data.
La riscossione dei crediti prevede l’iscrizione a ruolo di debiti non pagati, risultanti da un controllo dell’Agenzia delle Entrate.

Da qui parte la cartella esattoriale che ha una doppia funzione: intimare il pagamento al debitore e avvisare il contribuente che se non paga, l’Agenzia delle Entrate provvederà alla riscossione con l’esecuzione forzata.
Come si può evitare di pagare i debiti con il Fisco?
È possibile annullare definitivamente i debiti con il Fisco, in base alla data di notifica della cartella esattoriale. Sembra qualcosa di complicato ma non lo è, anzi è molto semplice. In effetti, il contribuente ha sessanta giorni per presentare opposizione alla cartella esattoriale ricevuta. Decorsi tale termine non potrà più impugnarla e l’Agenzia della Riscossione potrà procedere alla riscossione, ad eccezione della dilazione del pagamento su richiesta del contribuente.

Esistono dei termini di decadenza che si basano sulla natura del tributo. Nello specifico:
IMU, Tributi locali e TARI, hanno il termine di decadenza di cinque anni dalla violazione (legge 296/2006, art. 1 comma 161);
IVA, IRPEF e altre imposte erariali, per questi tributi, l’Agenzia delle Entrate deve notificare la cartella entro il 31 dicembre del terzo anno successivo a quello della dichiarazione dei redditi o 730 o della liquidazione d’ufficio;
Multe stradali: notifica della cartella entro due anni dalla data di trasmissione del ruolo;
Bollo auto: la notifica deve essere effettuato entro tre anni dal primo gennaio dell’anno successivo alla data di scadenza della tassa dovuta.
Con i termini di decadenza il debito può essere non più esigibile e pertanto il contribuente non dovrà più pagare i debiti decaduti all’Agenzia delle Entrate. Riepilogando i termini di prescrizione variano a seconda del tributo in 3 anno; 5 anni e 10 anni.
Prima di considerare la cartella non più esigibile, bisogna considerare un altro termine che l’Agente di Riscossione deve rispettare. Per poter procedere con l’azione esecutiva, dalla notifica della cartella non deve trascorrere più di un anno. (DPR n. 602 del 1972, articolo 50).
I contribuenti hanno sempre la possibilità di mettersi in regola, prima che si azioni il pignoramento, attraverso la dilazione dei pagamenti in base alla propria condizione economica. È possibile versare in più rate con importi di importo minimo di 50 euro ciascuna rata.
Per maggiori dettagli e per la dilazione delle cartelle esattoriali, consigliamo di consultare il sito dell’Agenzia delle Entrate Riscossione. La dilazioni del debito si può chiedere direttamente online dal sito dell’AdER.