Nel 2025, nuove regole e controlli possono mettere a rischio l’assegno di invalidità parziale: ecco quando si è a rischio.
Quando parliamo dell’assegno di invalidità parziale facciamo riferimento a un preciso sostegno economico, previsto per le persone con una riduzione della capacità lavorativa. Questa deve essere compresa tra il 74% e il 99% ed essere riconosciuta da una Commissione medica dell’ASL di riferimento.
Questo sostegno economico è destinato a tutti coloro che si trovano in uno stato di bisogno economico. Tale trattamento può essere richiesto da soggetti di età compresa tra i 18 e i 67 anni, ma non è reversibili ai superstiti né pienamente compatibile con l’attività lavorativa.

Quello che non tutti sanno è che l’INPS può sospendere o revocare l’assegno di invalidità in qualsiasi momento, nel caso in cui si verifichino determinate condizioni contrastanti con i requisiti necessari all’ottenimento del beneficio.
Quando l’INPS può sospendere o revocare l’assegno di invalidità
L’INPS ha chiarito innanzitutto che i beneficiari dell’assegno di invalidità possono svolgere un impiego lavorativo, purché questo produca un reddito inferiore alla soglia annua stabilita che, nel 2025, è stata fissata a 5.771,35 euro. Il superamento di questo limite può comportare la sospensione immediata dell’assegno, a meno che l’interessato non possa dimostrare che i propri redditi effettivi rientrino nei paramenti indicati.
Inoltre, l’assegno può essere sospeso nel caso in cui l’avente diritto non si presenti a una visita di revisione. Anche nel caso di invalidità considerate definitive, infatti, l’INPS ha la facoltà di disporre controlli straordinari per valutare eventuali miglioramenti delle condizioni sanitario. Questo avviene sopratutto in presenza di nuove cure o tecnologie che potrebbero migliorare la capacità lavorativa del beneficiario. La legge prevede quindi che l’ente previdenziali verifichi periodicamente la permanenza delle condizioni invalidanti.

Nel caso in cui dalla visita risulti un recupero, anche parziale, dell’autonomia lavorativa l’istituto può decidere di revocare o ridurre l’invalidità. Se invece il beneficiario non si presenta alla convocazione o non invia la documentazione sanitaria richiesta, l’assegno viene sospeso e poi revocato definitivamente.
Con la legge di bilancio 2025 e il D.Lgs 62/2024 è stata poi introdotta un’ulteriore novità. Per quanto riguarda le persone con patologie oncologiche, le revisioni devono avvenire prioritariamente tramite valutazione degli atti, senza visita in presenza, salvo esplicita richiesta dell’interessato. In questi casi, il cittadino riceve una comunicazione con invito a trasmettere la documentazione entro 40 giorni. Se la documentazione è ritenuta sufficiente, la Commissione può concludere il procedimento senza ulteriori convocazioni.