Secondo l’ANIEF la soluzione per evitare il pensionamento sempre più tardi c’è. Prevede un pagamento mensile dei contributi e non solo.
Il futuro è di una pensione a 70 anni, un traguardo troppo lontano specialmente per chi lavoro nel comparto scuola. Eppure i conti statali parlano chiaro, bisogna aspettare. Ma per l’ANIEF l’alternativa c’è.
![Pensioni scuola la soluzione ANIEF](https://www.informazioneoggi.it/wp-content/uploads/2024/04/Scuola-Informazioneoggi.it-20240418.jpg)
Diamo uno sguardo al prossimo futuro. Nel 2027 ci sarà una spesa di 368,1 miliardi per le uscite legate alla pensione (15,5% sul PIL nazionale). Già a fine 2024 si prevede una spesa di 337,4 miliari con un + 5,8 rispetto al 2023. Negli ultimi sei anni la spesa è cresciuta di 70 miliardi e l’incremento non accenna a diminuire. Tutto questo avrà come conseguenza una stretta sempre maggiore sui parametri di uscita dal mondo del lavoro.
L’età anagrafica di pensionamento sarà sempre più alta, bisognerà attendere 40/50 anni di lavoro per poi ottenere, però, un assegno più basso del 30%. E già è tanto se la pensione verrà pagata considerando la situazione dei conti INPS. Tutto questo diventa ancora più drammatico se si considera il comparto scuola. Insegnare a 70 anni, pochi hanno ancora la pazienza, la lucidità e l’umiltà di farlo con saggezza. Bisogna trovare una soluzione a questo scenario apocalittico – così lo ha definito Marcello Pacifico, presidente nazionale ANIEF.
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Pacifico pensa che per dare una risposta allo scenario da lui definito apocalittico basterebbe applicare le regole in vigore per i lavoratori delle Forze Armate. Occorrerebbe consentire ai docenti e al personale ATA di riscattare gratuitamente gli anni di formazione e gli anni passati all’università integrando con dei fondi bancari dove ce ne fosse l’esigenza. Parla, poi, dell’adesione ad Espero come scelta consapevole e non come un’imposizione dei soci fondatori del fondo di comparto.
Come soluzioni all’aumento della spesa sociale propone che lo Stato paghi mensilmente i contributi ai 3,5 milioni di dipendenti pubblici – tre volte la quota che viene trattenuta nello stipendio – nonché la sua parte di Trattamento di Fine Rapporto o di Fine Servizio. Mettendo in atto queste risposte al problema, secondo Pacifico e i sindacati, si potrebbero risanare i conti e andare in pensione in anticipo.
C’è, poi, anche il problema dell’entrata a regime del sistema contributivo che determina una riduzione importante dell’importo dell’assegno pensionistico. Le somme percepite sarebbero sempre più basse. Pacifico suggerisce a tutti i lavoratori di procedere con una simulazione utilizzando il servizio INPS Pensami per capire quale sarà il proprio destino se la situazione non dovesse cambiare.
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