Bonus mamme da 3.000 euro: finalmente la data per l’accredito dell’agevolazione

È possibile presentare domanda per il Bonus mamme e ottenere il sussidio dal mese di maggio. A chi spetta e come si richiede?

A maggio, le lavorativi dipendenti del settore pubblico riceveranno finalmente il cd. Bonus mamme, del valore fino a 3 mila euro.

bonus mamme lavoratrici
Le madri lavoratrici possono ottenere un Bonus fino a 3 mila euro – informazioneoggi.it

Con il Messaggio n. 035/2024 di NoiPA, sono state specificate le modalità di applicazione dell’esonero contributivo totale a favore delle beneficiarie e le indicazioni per la presentazione delle domande per il Bonus.

Le dipendenti pubbliche potranno accedere, dal mese di aprile, al servizio “Gestione Stipendi” di NoiPA e inviare la propria istanza. Il beneficio verrà riconosciuto sulla busta paga di maggio e verranno accreditati anche gli arretrati (visto che la decorrenza dell’agevolazione è il 1° gennaio 2024).

Ma quali sono i requisiti per ottenere il Bonus mamme e chi può richiederlo? Analizziamo tutti i dettagli della normativa.

Leggi anche: “Più di 3 mila euro subito se fai un figlio, ecco il bonus che ti aspetta insieme agli altri“.

Bonus mamme lavoratrici: scopri come ottenere un incredibile sconto in busta paga

Il Bonus mamme (o Bonus madri lavoratrici) è un beneficio riconosciuto sotto forma di esonero totale dal versamento dei contributi previdenziali a carico delle lavoratrici dipendenti a tempo indeterminato.

Possono richiederlo le dipendenti sia del settore pubblico sia del settore privato, con contratto a tempo pieno, ad esclusione di quelle con contratto di lavoro domestico. È necessario, però, avere almeno tre figli (soltanto per il 2024 ne bastano anche solo due). L’agevolazione si applica anche ai figli adottivi o in affidamento.

In cosa consiste il beneficio? In pratica, è lo Stato che paga i contributi previdenziali che, invece, di norma, sono a carico delle lavoratrici dipendenti. Questo comporta un aumento della busta paga, dal momento che, tra i requisiti per la determinazione della retribuzione netta, c’è anche l’aliquota contributiva da pagare all’Ente pensionistico di appartenenza.

L’aliquota INPS che viene trattenuta è del 9,19% dello stipendio lordo. Grazie al Bonus mamme, tale percentuale non viene trattenuta dallo stipendio ma viene pagata dall’Ente di previdenza e, dunque, la lavoratrice riceve una retribuzione più ricca.

L’esonero contributivo è totale, entro una soglia di 3 mila euro. Possono, quindi, essere versati fino a 250 euro al mese. Ad esempio, su uno stipendio lordo di 27.500 euro, il risparmio può essere di massimo 1.700 euro.

Come abbiamo anticipato, l’agevolazione viene applicata in automatico in busta paga, per il 2024, relativamente ai figli fino a 10 anni di età, alle lavoratrici con almeno due figli. Per il 2025 e il 2026, invece, il beneficio è applicato per le lavoratrici con tre o più figli, fino al compimento del 18° anno di età del più piccolo.

Lascia un commento


Impostazioni privacy