Affitti brevi, cambia tutto dal 2024: quanto si dovrà pagare in più

In arrivo grosse novità per chi ha degli immobili che usa con formule di affitti brevi, inerente al pagamento della cedolare secca.

La stretta del Fisco arriva in pompa magna, dopo il recente scandalo della presunta evasione da parte del famoso portale Airbnb. Il Governo ha deciso di effettuare non solo maggiori controlli ma anche di aggiornare le aliquote della cedolare secca.

quanto si paga di tasse con gli affitti brevi
Aumentano le percentuali della cedolare secca – InformaziooneOggi.it

Passa infatti dal 21% al 26% proprio dal 2024, ovviamente sugli sugli affitti brevi (inferiori ai 30 giorni), anche se verrà applicata solamente a partire dal secondo immobile affittato. Chi ne ha solo uno potrà continuare a beneficiare dell’aliquota speciale del 21%. Sempre sul primo appartamento rimane in vigore il 21%, anche se il soggetto ha più appartamenti che affitta con la formula “breve”.

Ma non sono tutte qui le novità, anzi, proprio a seguito dello scandalo che aveva investito il colosso degli affitti per le vacanze, dal prossimo anno i proprietari di case – e anche altri tipi di imprenditori – non avranno più scampo. Ecco cosa prevedono le nuove regole.

Affitti brevi, cosa cambia dal 2024 per chi usa la piattaforma Airbnb

La nota piattaforma, che era stata oggetto d’indagine da parte dell’Agenzia delle Entrate e che aveva subito la confisca di quasi 800 milioni di euro, ha fatto la sua parte e ha raggiunto un accordo col Fisco italiano.

Dal prossimo anno, Airbnb sarà sostituto d’imposta, il che significa che preleverà direttamente le imposte dovute. Questo perché proprio nella Legge di Bilancio il Governo italiano ha espresso il desiderio che le piattaforme come Airbnb e simili dovrebbero effettuare la ritenuta delle imposte sul reddito degli host. Parliamo ovviamente di quelli non professionali, mentre chi ha già la Partita Iva non rientra in questa contemplazione.

Nel frattempo l’Agenzia delle Entrate ha obbligato Airbnb a versare quanto dovuto e la società ha dichiarato ufficialmente quanto segue: “Airbnb Ireland ha concluso un accordo con l’Agenzia delle Entrate italiana in merito alle ritenute fiscali sul reddito degli Host. L’accordo riguarda le ritenute di Host nel periodo 2017 – 2021, per un corrispettivo complessivo di 576 milioni di euro“.

Airbnb, dunque, si sta preparando ad adeguarsi alle normative italiane ed europee in merito al controllo dei dati fiscali di chi guadagna usando le piattaforme; più nello specifico attuerà, probabilmente già dal 2024, “un meccanismo di trattenuta e versamento delle imposte sui redditi degli host rilevanti all’Agenzia delle Entrate“.

Ricordiamo a tal proposito che a seguito del DAC7, la normativa-quadro europea sulla trasmissione dei dati fiscali da parte delle piattaforme digitali, anche chi vende su altri tipi di siti dovrà fornire i dati fiscali e i siti dovranno comunicarli obbligatoriamente. In caso di guadagni superiori ai 2mila euro all’anno scatterà l’obbligo di pagare le tasse.

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