Anche per il 2024, gli importi delle pensioni saranno maggiorati per effetto della rivalutazione. Ma gli aumenti non spetteranno a tutti in egual misura.
L’indice di perequazione per determinare la rivalutazione delle pensioni sarà del 5,4% e, a seconda delle aliquote corrispondenti ai vari scaglioni di appartenenza, i contribuenti riceveranno un incremento sugli assegni.
I nuovi importi dei trattamenti pensionistici sono dovuti alla perequazione automatica, ossia all’adeguamento al rincaro del costo della vita. L’indice di indicizzazione è stabilito dall’ISTAT.
Dal 1° gennaio, dunque, le pensioni verranno aumentate, sulla base della fascia di reddito pensionistico a cui si appartiene. Hanno diritto alla misura i titolari di tutti i trattamenti INPS, dunque sia di pensioni dirette sia di quelle ai superstiti.
Sono, invece, esclusi dalla perequazione:
Nel caso in cui la pensione lorda superi solo di qualche euro l’importo stabilito per una specifica fascia, la rivalutazione si applica interamente con l’aliquota dello scaglione successivo?
Sì, in queste ipotesi l’aliquota si riferisce all’intero importo della pensione. Di conseguenza, anche se si sfora l’ammontare di uno scaglione per poco, si applicano le condizioni previste per quello successivo, sull’intero assegno pensionistico. A stabilirlo è la Legge di Bilancio 2023.
Il sistema delle aliquote, tuttavia, prende in considerazione la rivalutazione e nel caso in cui una pensione si trova al limite tra due fasce, se la rivalutazione non raggiunge l’importo minimo dello scaglione successivo, si utilizza l’aliquota dello scaglione precedente. Per capire a quanto ammonta l’aumento netto della pensione, è necessario verificare la cifra lorda, specificata nel cedolino.
Se si conosce l’importo dell’assegno pensionistico, bisogna vedere a quale scaglione di rivalutazione si appartiene. Per il 2024, però, la rivalutazione al 100% sarà prevista solo per una determinata categoria di contribuenti. Nel dettaglio:
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