Pensione più povera per chi decide di lasciare prima il lavoro: per i docenti si prevede un taglio di 11 mila euro

Dal prossimo anno arriva la stangata sulle pensioni dei dipendenti statali, compresi quelli del comparto scolastico.

Saranno mesi difficili per i dipendenti pubblici intenzionati ad accedere alla pensione anticipata, perché dovranno fare i conti con una serie di modifiche apportate, di recente, al sistema previdenziale.

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Da gennaio ci saranno tagli sulle pensioni dei docenti – InformazioneOggi.it

La Legge di Bilancio ha previsto riduzioni delle pensioni fino a 11 mila euro, se si sceglie di aderire a qualche strumento di flessibilità in uscita.

In particolare, si taglieranno le pensioni di circa 700 mila dipendenti pubblici e soprattutto di coloro che hanno iniziato a lavorare prima del 1996 e, nello specifico, tra il 1981 e il 1995.

Tra i lavoratori coinvolti nella manovra, oltre a infermieri, medici, dipendenti comunali e ufficiali giudiziari, rientrano docenti e personale ATA. Per questo motivo, l’ANIEF (l’Associazione Nazionale Insegnanti e Formatori) ha dichiarato che è necessario prevedere una deroga per tutti i dipendenti del settore scolastico che, per la mole di responsabilità, dovrebbero rientrare nella categoria degli addetti ai lavori usuranti.

Il Presidente Nazionale ANIEF, Marcello Pacifico, ha, poi, sottolineato come gli anni di formazione universitaria debbano essere riscattati gratuitamente.

Pensione ridotta ai docenti: a quanto ammonta la perdita totale?

Se la bozza della Legge di Bilancio verrà approvata, la riduzione delle pensioni arriverà a partire da gennaio 2024.

Ad esempio, una maestra d’asilo con uno stipendio annuo lordo di 30 mila euro e che ha iniziato a lavorare nel gennaio 1990, se accederà alla pensione nel 2024 con 67 anni di età, subirà un taglio annuo lordo di 4.432 euro.

Considerando che la vita media di una donna è di 84,8 anni, la penalizzazione totale per gli anni a seguire ammonterebbe a 79.776 euro.

Ma come avviene il taglio delle future prestazioni pensionistiche per gli attuali dipendenti pubblici ex INPDAP che hanno prestato attività lavorativa nel periodo compreso tra il 1981 e il 1995?

Per chi possiede fino a 15 anni di contributi che ricadono nel sistema di calcolo retributivo del futuro assegno pensionistico, trovano applicazione le nuove aliquote di rendimento sulla parte retributiva.

Chi, invece, ha più di 15 anni di contributi accreditati entro il 31 dicembre 1995 non subisce alcun tipo di penalizzazione, perché si applicano le vecchie aliquote di rendimento.

Per contenere le conseguenze sugli importi delle prestazioni, l’ANIEF suggerisce ai lavoratori del settore scolastico di attivarsi per richiedere il riscatto degli anni di studi universitari e di informarsi per l’adesione alla pensione complementare Espero e ad una bancaria (per esempio, quella convenzionata presso la Banca Mediolanum). Queste operazioni possono essere effettuate anche già da precari, per risparmiare sui costi totali.

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