Che differenza c’è tra la TARI e il TEFA? Attenzione ai codici dei tributi in fase di pagamento

Per il pagamento del TEFA, bisogna usare un codice tributo differente da quello della TARI. Scopriamo come effettuare l’operazione correttamente.

Fino al 2020, nella tassa sui rifiuti, era ricompreso anche il TEFA. Dal 2021, invece, il TEFA, il Tributo per l’Esercizio delle Funzioni di Tutela, Protezione e Igiene dell’Ambiente, è differenziato dalla TARI, la tassa sui rifiuti.

come si paga la TEFA?
L’Agenzia delle Entrate ha comunicato i codici tributo per il versamento della TEFA – InformazioneOggi.it

Di conseguenza, per il versamento dell’importo tramite modelli F24 e F24 Enti Pubblici, bisogna indicare codici tributo diversi.

In seguito alla suddivisione delle due tasse, l’Agenzia delle Entrate ha comunicato, come la Risoluzione n.5/E del 18 gennaio 2021, i nuovi codici per il pagamento del TEFA.

Nel dettaglio, sono i seguenti:

  • TEFA: TEFA – tributo per l’esercizio delle funzioni di tutela, protezione e igiene dell’ambiente;
  • TEFN: TEFA – tributo per l’esercizio delle funzioni di tutela, protezione e igiene dell’ambiente – interessi;
  • TEFZ: TEFA – tributo per l’esercizio delle funzioni di tutela, protezione e igiene dell’ambiente – sanzioni.

Modello F24 per il versamento del TEFA: le indicazioni dell’Agenzia delle Entrate per la corretta compilazione

Al momento della compilazione del modello F24, i tre codici tributo sono indicati nella Sezione “IMU e altri tributi locali“, accanto alle somme dovute, nella colonna “Importi a debito versati“.

Nel dettaglio, il contribuente deve seguire le seguenti istruzioni:

  • nel campo “Codice ente/Codice comune” va inserito il codice catastale del Comune nel quale si trovano gli immobili, reperibile nello schema disponibile sul sito dell’Agenzia delle Entrate www.agenziaentrate.gov.it;
  • va selezionata la casella “Ravv.” se il pagamento è compiuto a titolo di ravvedimento;
  • va inserito il numero degli immobili nel campo “Numero immobili“;
  • va indicato il numero della rata, nel formato “NNRR” nel campo “Rateazione/mese rif“. In questo caso, “NN” precisa il numero della rata in pagamento e “RR“, invece, l’ammontare totale delle rate. Se si paga in un’unica soluzione, in tala campo è inserita la dicitura “0101“;
  • nel campo “Anno di riferimento” va specificato l’anno d’imposta del pagamento, nel formato “AAAA“. Se è stata selezionata anche la casella “Ravv.“, il contribuente è tenuto a precisare l’anno di riferimento dell’imposta non pagata.

Modello F24 Enti Pubblici: quali codici vanno inseriti?

Per la compilazione del modello F24 EP, invece, i nuovi codici tributo comunicati dall’Agenzia delle Entrate sono inseriti nella sezione “TARES-TARI” (valore 5), accanto agli importi relativi alla colonna “importi a debito versati“.

In questo caso, vanno seguiti i seguenti principi:

  • nel campo “Codice“, va specificato il codice catastale del Comune in cui si trovano gli immobili, disponibile sul sito www.agenziaentrate.gov.it;
  • nel campo “Estremi identificativi“, non va indicato alcun valore;
  • nel campo “riferimento A” (formato da sei caratteri), nei primi due caratteri, va indicato un valore a scelta tra “RA” (versamento a titolo di ravvedimento) e “00” (versamento ordinario). Negli ultimi quattro caratteri, va specificato l’anno di riferimento, nel formato “AAAA“;
  • nel campo “riferimento B” (formato da sei caratteri), nei primi due caratteri, va specificato il numero di rata in pagamento, nel formato “NN“, nei successivi due caratteri, il numero di rate complessive, nel formato “RR” (se il pagamento avviene in un’unica soluzione, va indicato “0101“). Negli ultimi due caratteri, infine, va inserito il numero degli immobili relativi al versamento (da 01 a 99).
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