I dipendenti pubblici devono inviare richiesta per la disapplicazione del massimale contributivo per il calcolo della pensione. Entro quando?
L’INPS ha comunicato le date di scadenza per l’invio delle domande di disapplicazione del massimale contributivo da parte dei dipendenti pubblici.
L’operazione è fondamentale ai fini del calcolo dell’assegno pensionistico.
Per quando riguarda le modalità di invio delle richieste, l’Istituto di Previdenza non ha apportato modifiche alla procedura finora vigente. Delle novità, invece, sono previste per le scadenze delle richieste.
Il massimale della base contributiva e pensionabile coinvolge tutti i lavoratori aderenti a forme pensionistiche obbligatorie dal 1° gennaio 1996 e che non possiedono alcuna contribuzione antecedente a tale data.
I dipendenti pubblici, tuttavia, possono richiedere la disapplicazione del massimale, qualora non siano iscritti a forme di pensione complementare compartecipate dal datore di lavoro.
In pratica, tali lavoratori hanno l’opportunità di versare una quantità superiore di contributi previdenziali e ottenere il loro riconoscimento ai fini della determinazione dell’ammontare della prestazione pensionistica.
La Circolare INPS del 14 settembre del 2023 ha chiarito quali sono le categorie di beneficiari della misura. In particolare, essa è rivolta ai:
La disapplicazione del massimale contributivo è una strumento che spetta ai seguenti dipendenti della Pubblica Amministrazione:
La Circolare dell’INPS specifica che i lavoratori dipendenti interessati all’opzione e in possesso dei requisiti previsti dalla legge, possono inviare la richiesta all’Istituto di Previdenza non oltre tali date:
Come abbiamo anticipato in apertura, nessuna novità per la modalità di invio delle istanze, che devono pervenire telematicamente, attraverso la piattaforma web disponibile sul sito dell’INPS.
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