Nel calcolo dell’ISEE dovranno essere inseriti anche i buoni fruttiferi postali? Sono in molti a non conoscere la risposta.
Fra pochi mesi deve essere rinnovato l’ISEE, se le famiglie vogliono ottenere incentivi o bonus da parte dello Stato.
In molti si chiedono quali dati inserire nella DSU, ovvero la dichiarazione che serve a stabilire la situazione economica e patrimoniale della famiglia.
Nell’ISEE entrano i conti correnti, le carte prepagate, le azioni, le obbligazioni, i libretti di risparmio ma anche i buoni fruttiferi postali. Questi ultimi da molti anni sono tra gli strumenti di risparmio più sottoscritti dagli italiani utilizzati per far fruttare al meglio il proprio denaro.
Inoltre, i buoni postali possono essere sottoscritti da nonni o zii inserendo il nome del nipote senza però avvertirlo: un modo per insegnare loro il risparmio. In realtà, questa generosità può diventare un problema, perché i buoni fruttiferi postali entrano di diritto nel patrimonio mobiliare della famiglia. In questo caso le conseguenze economiche sono piuttosto gravi.
Un lettore chiede: «Se la giacenza media del c/c prende in considerazione i buoni fruttiferi passati prima dal c/c, nella lettera della posta non vedo la giacenza media dei buoni fruttiferi ma i vari buoni stessi inseriti in diverse date. Quindi chiedo in che modo vengano considerati. Grazie».
Come abbiamo visto, sono molte le famiglie che commettono l’errore di intestare o cointestare i buoni a nipoti o figli perché non sanno che il loro valore incrementa quello dell’ISEE, ovvero l’indicatore che misura la ricchezza di un nucleo familiare.
Tra l’altro i risparmiatori, ai sensi del decreto legge numero 201 e il decreto legislativo numero 68 del 2012, devono dichiarare il possesso di buoni postali. In caso contrario, il ministero dell’Economia e delle Finanze prevede pesanti sanzioni per aver fornito “dichiarazioni parziali o false”.
Però la normativa non dice niente riguardo ai buoni postali intestati da altri ma senza sapere di possederli, magari con lo scopo di lasciare una sorta di eredità.
Inoltre, se i buoni postali sono cointestati nella DSU andrà inserito l’importo specifico relativo alla propria percentuale. Quindi, se il buono a due intestatari la quota capitale sarà del 50%. Se gli intestatari sono tre sarà del 33% e se quattro del 25%.
In conclusione, per rispondere al quesito: i buoni postali non hanno la giacenza media.
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