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Integratori di Omega-3, ci avevano detto che facevano bene e invece… ecco cosa devi sapere

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Chi desidera migliorare il proprio stato di salute spesso usa gli integratori di Omega-3, che è cosa diversa dal mangiare pesce azzurro. 

Chi per un motivo o l’altro non riesce ad assumere sufficienti sostanze nutritive può ricorrere agli integratori, che però non sono sempre e comunque salutari. Recentemente numerosi studi hanno posto l’interrogativo su alcuni di essi.

Attenzione agli integratori alimentari perché non sono quasi mai miracolosi come promettono – Informazioneoggi.it

Ad esempio molti pensano che gli integratori a base di olio di fegato di merluzzo o quelli contenenti omega-3 facciano bene al cuore, al colesterolo e anche a combattere i tumori. Le prove scientifiche a sostegno di ciò, però, sono contrastanti.

Non solo sembra che gli integratori siano inefficaci contro alcune patologie/condizioni ma addirittura alcuni esperti sostengono che potrebbero essere nocivi. Ecco cosa è emerso da alcuni recenti studi.

Sicuro che gli integratori di Omega-3 siano efficaci? La scienza non ha ancora dato una risposta definitiva

Che gli Omega-3 così come altre sostanze siano utili all’organismo forse non c’è dubbio. Secondo gli esperti, le sostanze garantirebbero fluidità della membrana cellulare e il mantenimento strutturale.

  • Gli Omega-3 si trovano anche nei cibi che mangiamo e dunque possiamo assumerli attraverso: noci, colza, salmone, oli di pesce, merluzzo compreso.

Potremmo chiedere al nostro medico se sia il caso di assumere integratori, ma secondo gli studi scientifici non c’è una risposta univoca. Ad esempio, uno studio del 2021 si rifà agli ingredienti di un determinato integratore, che è ricco di acido eicosapentaenoico (EPA).

Questo integratore era approvato dall’FDA per i soggetti a rischio malattie cardiovascolari, ma poi in un ulteriore studio si è scoperto che “le dosi di acidi grassi omega-3 EPA e DHA non erano più efficaci di un placebo di sciroppo di mais“.

Addirittura sembra che in alcuni pazienti, “un ritmo cardiaco anormale, noto come fibrillazione atriale, si è verificato più frequentemente nei partecipanti (allo studio) che assumevano il farmaco, proprio come altri studi precedenti che valutavano farmaci simili.”

Oltre a questi dubbi, su cui la comunità scientifica ancora dibatte, sembra che il problema risieda anche nella qualità stessa di alcuni prodotti.

La maggior parte delle compresse sono di scarsa qualità

In un recente studio, i ricercatori dell’Università del Texas hanno esaminato la quantità di composti attivi EPA e DHA in 255 integratori di olio di pesce. Indipendentemente dal fatto che un integratore possa o meno migliorare il benessere, sembra che il problema risieda anche nella formulazione.

Dai test effettuati dai ricercatori, sembra che solamente un decimo degli integratori presi in esame contenesse una dose giornaliera di 2 grammi o più di EPA+DHA. Che è il livello raccomandato dagli specialisti per abbassare il colesterolo. La conclusione degli esperti è che solamente un controllo più attento dei singoli prodotti aiuterebbe la comprensione dei reali benefici per la salute umana.

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