Al momento del calcolo della pensione può accadere che il lavoratore scopre che alcuni contributi non siano versati. Ecco come ottenerli.
La pensione è un trattamento economico che un lavoratore percepisce al raggiungimento dell’età anagrafica e degli anni di contributi maturati.
I contributi previdenziali sono la somma versata sia dal lavoratore sia dal datore di lavoro come assicurazione per il pagamento delle prestazioni previdenziali e assistenziali previste dalla legge. L’obbligo di versare i contributi inizia nel momento in cui una persona inizia l’attività lavorativa.
Tuttavia, può capitare che il datore di lavoro non versi in maniera regolare i contributi INPS creando dei problemi al lavoratore: per esempio, rischia di non raggiungere il requisito contributivo per accedere alla pensione. Per fortuna, è possibile ottenere i contributi non versati ma bisogna fare attenzione al limite temporale per evitare di perdere tutto.
Come abbiamo detto, la quota contributiva è obbligatoria per entrambi i soggetti. Però, il datore di lavoro rischia maggiormente perché il mancato versamento si configura come evasione retributiva e rischia di pagare delle sanzioni.
Uno dei rischi per il lavoratore è non poter accedere alla pensione. Per questo che è importante verificare che i contributi siano stati correttamente versati dal datore di lavoro. Per farlo può rivolgersi alla sede INPS più vicina oppure accedere al sito INPS tramite SPID, CIE o CNS e poi alla propria area personale.
Qualora mancassero, il lavoratore deve chiedere l’immediato versamento al datore di lavoro per evitare che vadano in prescrizione. Quindi, è necessario attivare alcune procedure come la prestazione automatica prevista dal Codice civile (articolo 2116, comma 1) e inserito anche nell’articolo 38, comma 2 della Costituzione.
Nello specifico, l’articolo 2116, comma 1 del Codice civile spiega che al lavoratore spetta il diritto alla tutela previdenziale e assistenziale. L’importante, però, è che i contributi non siano prescritti (avviene dopo 5 anni) come stabilisce l’articolo 40 della legge numero 165 del 30 aprile 1969.
Invece, l’articolo 40 della legge 335 dell’8 agosto 1995 stabilisce la cosiddetta irricevibilità dei contributi prescritti: ovvero, non è possibile versare i contributi (anche solo volontariamente) al fine della maturazione del diritto alla pensione.
Anche la sentenza numero 2164/2021 della Corte costituzionale ha ribadito il diritto al versamento obbligatorio dei contributi da parte del datore di lavoro, delineando due diverse situazioni:
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