Il Fisco non fa sconti a nessun lavoratore. È attiva una nuova rete di accertamenti per i possessori di partita IVA. Cosa si rischia?
Tramite il provvedimento del 16 maggio 2023, l’Agenzia delle Entrate ha specificato i modi e le tempistiche secondo cui verranno effettuati i controlli sulle nuove partite IVA.
La Legge di Bilancio 2023 ha, infatti, introdotto ulteriori verifiche per i lavoratori autonomi. Lo scopo della riforma è favorire l’accertamento dell’effettivo svolgimento dell’attività lavorativa. Per questo motivo, se dai controlli dovessero emergere delle irregolarità, l’Agenzia delle Entrate emanerà il provvedimento di cessazione della partita IVA.
Analizziamo la normativa e scopriamo quando un’attività viene considerata a rischio.
L’art. 35, comma 15-bis, del D.P.R. n. 633/1972 stabilisce che, in seguito all’assegnazione del numero di partita IVA, l’iscritto può ricevere controlli automatizzati, diretti al rilevamento di elementi di rischio legati all’attività professionale. Allo stesso modo, può subire eventuali accessi nel posto di esercizio dell’attività.
Queste operazioni di controllo servono per verificare la correttezza e la veridicità delle informazioni che sono state rilasciate dai titolari di partita IVA al momento dell’iscrizione.
Nell’ipotesi di esito negativo, l’Agenzia delle Entrate emana il provvedimento di cessazione della partita IVA e di esclusione della stessa dalla banca dati dei soggetti passivi che eseguono attività intracomunitarie (VIES).
L’introduzione della norma si è resa necessaria, in ottemperanza ai criteri del Regolamento UE n. 904/2010 sulla cooperazione amministrativa e il contrasto alle frodi in materia di IVA. L’obiettivo della normativa è proprio di scovare i titolari che non sono in regola con i requisiti soggettivi e oggettivi necessari per lo svolgimento dell’attività.
Successivamente, con il provvedimento n. 110418 del 12 giugno 2017, l’Agenzia delle Entrate ha reso noti i criteri per la dichiarazione di cessazione della partita IVA e di esclusione dal VIES. Tali criteri, infine, sono stati ribaditi ed ampliati dalla Legge di Bilancio 2023. Quest’ultima ha introdotto un’ulteriore categoria di controlli per il rilascio del numero di partita IVA.
Le modifiche in vigore con la nuova Legge di Bilancio servono a compiere i controlli sull’effettività dello svolgimento dell’attività dichiarata; contemporaneamente, sono fondamentali per verificare che non ci siano profili di rischio.
Se gli accertamenti hanno esito negativo, l’Agenzia delle Entrate dispone la chiusura della partita IVA. A tal fine, il comma 15-bis stabilisce che, in seguito alla cessazione, il soggetto può chiedere l’assegnazione di una nuova partita IVA, se ottiene la concessione di una polizza fideiussoria o di una fideiussione bancaria.
L’art. 1, comma 149, della legge di Bilancio 2023 ha stabilito, infine, anche la possibilità di irrogare una sanzione di 3 mila euro al momento dell’adozione del provvedimento di cessazione dell’attività autonoma.
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