Ci sono vari metodi per andare in pensione. Per evitare brutte sorprese, è opportuno iniziare molto prima a valutare tutte le alternative.
Il sistema previdenziale è in continua evoluzione e, per questo, è molto difficile stimare quando e come si andrà in pensione.
Considerando le numerose modifiche degli ultimi anni, tuttavia, sarebbe opportuno iniziare a valutare tutte le opzioni disponibili, già a 40, 50 o 60 anni. Le problematiche sono numerose e, per questo, sarebbe opportuno progettare con largo anticipo la propria “vecchiaia”, a partire dai modi per andare in pensione oppure per continuare a lavorare anche dopo una certa età.
È vero che a 40 anni si è considerati ancora relativamente giovani, ma si tratta dell’età perfetta per decidere cosa fare della propria vita professionale. Bisognerebbe, infatti, essere consapevoli delle proprie competenze e del modo in cui possano essere messe a disposizione sul mercato del lavoro.
In questa fase, è importantissimo iniziare a pensare anche alla futura pensione e a come accumulare i contributi, eventualmente ricorrendo alla previdenza complementare. È fondamentale giocare d’anticipo e valutare per bene le varie possibilità.
A 50 anni si ha una carriera lavorativa ben avviata ed è il momento perfetto per capire per quanto tempo si intende continuare a lavorare, valutando le forme di pensione anticipata a disposizione per dipendenti o liberi professionisti.
È fondamentale ponderare le proprie scelte, tenendo conto delle competenze lavorative maturate. Se, infatti, le proprie capacità sono sufficienti, si può continuare e, allo stesso tempo, ampliare ulteriormente le conoscenze, per raggiungere un equilibrio professionale migliore.
“Quando si riesce a far durare la propria competenza chiave nel tempo alimentandola di aggiornamento e conoscenza di mercato anche trasversale, allora l’età è relativa“. Con queste parole Alessandra Giordano, Direttore Employability e Career Development di INTOO (Gi Group Holding), ha racchiuso l’importanza di imparare ad essere consapevoli delle proprie conoscenze professionali.
È questo l’elemento peculiare, a 50 anni, insieme ad una serie di valori sempre molto apprezzati, come il senso di responsabilità e l’affidabilità.
Sul tema pensione, sicuramente bisogna tenere sotto controllo la propria situazione ed agire qualora ci fossero anomalie relative alla vita contributiva. Se si ha continuità contributiva, infatti, si possono prendere in considerazione tutte le alternative predisposte dalla legge. In caso contrario, sarebbe opportuno intervenire tempestivamente, magari valutando altre vie, come il riscatto della laurea.
A 60 anni si pensa ad una riqualificazione della vita professionale (magari ideando un nuovo business o avvicinandosi al terzo settore) oppure alla pensione. Se nell’arco della carriera sono state diversificate le proprie conoscenze, ci sono ottime possibilità di riqualificare la vita lavorativa.
Dal punto di vista pensionistico si potrebbe procedere con il versamento dei contributi volontari se, ad esempio, mancano pochi anni o mesi alla maturazione dei requisiti per la pensione anticipata ordinaria, ossia (fino al 2026) 41 anni e 10 mesi, per le donne, e 42 anni e 10 mesi, per gli uomini.
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