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Economia

Superbonus villette, in caso di lavori incompiuti cosa succede? La risposta inaspettata

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Il Superbonus per gli interventi su villette unifamiliari prevede ancora l’aliquota del 110% ma solo a determinate condizioni. Fondamentale la tempistica di esecuzione dei lavori.

Cosa succede nel caso in cui un proprietario di una villetta  non riuscisse a soddisfare i requisiti necessari per continuare a godere del Superbonus 110%?

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Il Superbonus è stato oggetto di restauro al pari degli immobili dei proprietari che richiedono l’accesso alla misura. Continue modifiche hanno interessato il Bonus edilizio in pochi anni di vita e nei primi mesi del 2023 già abbiamo assistito a diverse ultime novità. Partiamo dalla riduzione dell’aliquota già nell’anno in corso – dal 110% al 90% per i lavori pagati entro il 31 dicembre 2023 – nel 2024 (75%) e nel 2025 (60%) per arrivare al blocco della cessione del credito e dello sconto in fattura con probabile ripensamento parziale. Rimanendo concentrati sull’aliquota, il 110% è rimasto solamente a condizione che i proprietari delle villette oggetto di ristrutturazione abbiano completato il 30% dei lavori entro il 30 settembre 2022. Le spese potranno essere detratte con aliquota massima se effettuate entro il 31 marzo 2023.

Di conseguenza, chi non ha finito gli interventi previsti entro lo scorso 30 settembre non potrà avere accesso al Superbonus 110% e non rispettando i requisiti reddituali stabiliti dalla manovra fiscale nemmeno al Superbonus 90%.

Superbonus villette e lavori non terminati, addio al 110%?

La regola è chiara, per continuare ad usufruire del 100% occorre aver terminato il 30% dei lavori ammessi alla misura entro il 30 settembre 2022 ed effettuare le spese entro il 31 marzo 2023. In alternativa l’aliquota massima di cui usufruire sarà del 90% per le spese sostenute entro il 31 dicembre 2023 a condizione che l’unità immobiliare oggetto di ristrutturazione sia adibita ad abitazione principale e che il reddito del contribuente sia inferiore a 15 mila euro. Il calcolo è legato al quoziente familiare che similmente all’ISEE tiene in considerazione tutti i redditi del nucleo familiare pur avendo un sistema che avvantaggia le famiglie più numerose. Significa che non sarà possibile intestare la richiesta, per esempio, alla moglie incapiente per rispettare il limite reddituale.

Nel conteggio rientrano, infatti, i redditi di tutti i componenti del nucleo – contribuente, coniuge, parte dell’unione civile, convivente e ogni familiare presente nel suo nucleo familiare. La somma dovrà poi essere divisa per il coefficiente relativo al numero dei componenti. Conoscendo il risultato si potrà capire se si avrà diritto o meno almeno al Superbonus 90%. Ricapitolando, prima casa e reddito familiare calcolato con quoziente familiare sotto i 15 mila euro sono i requisiti essenziali per l’accesso al Bonus con aliquota ridotta nel 2023.

Le alternative per la ristrutturazione

Non rientrando nel Superbonus i proprietari di villette potrebbero effettuare interventi ammissibili al Bonus ristrutturazione con detrazione al 50% su tetto massimo di spesa di 96 mila euro, In alternativa c’è l‘Ecobonus con aliquota variabile del 50 o 65% a condizione che ci sia capienza fiscale.

Tutto questo, però, ricordando che dal 17 febbraio 2023 non è più possibile usufruire della cessione del credito o dello sconto in fattura per le spese sostenute da questa data in poi.

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