I pagamenti più sostanziosi da qualche anno sono effettuati tramite strumenti digitali e non più con il libretto degli assegni.
Si tratta di un documento che un istituto finanziario, come una banca o le Poste, può consegnare ai clienti che hanno aperto un conto corrente.
È formato da 10 o 20 assegni (carnet) che si staccano per essere poi consegnati ai beneficiari in caso di acquisto. Con la digitalizzazione dei metodi di pagamento gli assegni sono ormai desueti e sono molti a non utilizzarli più.
Ed è proprio per questo motivo che una banca ha deciso di rivoluzionare il mondo dei pagamenti mandando in pensione il libretto degli assegni.
Nello specifico, è la Banca Intesa Sanpaolo a ritirare gli assegni a partire dal mese di maggio 2023 e dopo aver avvertito i propri clienti della decisione. La motivazione è nello scarso uso di questo strumento di pagamento a favore dei più veloci pagamenti digitali, come bonifici, app e lo stesso home banking. La decisione della banca, però potrebbe cambiare nel momento in cui il cliente comunica l’intenzione di continuare a utilizzarlo.
Anche altre banche hanno notato che molti clienti non usavano più gli assegni per i pagamenti al momento sembra che la decisione di Intesa non abbia influito sugli altri istituti di credito. Infatti, Credem, Banca Sella, MPS, Bper e Bpm continuano a emettere il libretto degli assegni, dietro richiesta degli stessi clienti.
Inoltre, UniCredit da anni in nome della digitalizzazione e della sostenibilità non prevede più l’emissione degli assegni anche perché ha un “Genius Green” un prodotto che non prevede emissioni di assegni. Però, a richiesta, la banca assicura ai propri clienti gli assegni nei casi in cui essi siano necessari.
Infatti, ci sono alcune operazioni bancarie in cui è necessario il libretto degli assegni.
Ad esempio, l’uso dell’assegno è alla base di alcuni contratti come quello dell’acquisto della casa. Infatti, al momento del rogito di norma si paga il prezzo della casa con un assegno circolare non trasferibile intestato al venditore. Un altro esempio, sempre in ambito di vendita immobiliare, è al momento del versamento della caparra o dell’acconto. Anche se in alcuni casi è consentito il bonifico bancario.
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