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Dilaga l’Aviaria, è allerta pandemia: contagia anche i mammiferi, la situazione pericolosa anche in Italia

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L’aviaria, la malattia causata dal Virus H5N1, comincia a fare paura. Contagia anche i mammiferi e si sta diffondendo molto tra gli uccelli selvatici.

La paura è ovviamente quella che l’infezione contamini gli allevamenti avicoli e che poi l’influenza faccia il salto di specie, causando una nuova terribile pandemia.

InformazioneOggi

L’OMS, insieme all’Organizzazione Mondiale della Sanità Animale (Woah) hanno diramato un’allerta: potrebbe arrivare una infezione massiccia nell’uomo. Intanto alcuni casi, anche se circoscritti, sono già stati individuati.

Ricordiamo che nel 1996 alcune persone si erano infettate col virus H5N1, anche se fortunatamente il virus non era passato poi da uomo a uomo. Tuttavia l’evoluzione che sta prendendo la diffusione di aviaria, anche in Italia, sta suscitando alta preoccupazione.

L’Aviaria contagia anche i mammiferi?

La risposta a questa domanda è purtroppo sì. Sebbene l’influenza aviaria colpisca per lo più specie di uccelli, ultimamente si è verificato un salto di specie. Il virus sembra sia passato da una colonia di uccelli marini ad un allevamento di visoni. Ed è proprio questo che ha fatto alzare l’asticella dell’allerta da parte di OMS e Woah.

La pericolosità del virus H5N1 risiede proprio nella sua natura, perché va a colpire le vie respiratorie. Questo virus muta velocemente ed è molto adattivo e alcuni ceppi attuali sono considerati molto pericolosi per i mammiferi. Da qui, potrebbero emergere varianti in grado di contagiare l’uomo e soprattutto passare poi da uomo a uomo.

Situazione dei contagi da aviaria ad oggi in Italia

Al momento non si registra una situazione grave come avvenne nel 2020 e 2021. All’epoca, secondo i dati rivelati dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie (IZSVe), più di 70 milioni di polli da allevamento vennero abbattuti e di più di 400 mila uccelli morirono a causa dei numerosi focolai di infezione, più di 300.

Sempre secondo gli ultimi dati dell’IZSVe, da settembre 2022 si sono verificati 79 casi di positività tra gabbiani (19), alzavole (13), germani (10) e in altri uccelli, come i rapaci. Due Cigni sono stati trovati morti a Marano e le analisi hanno decretato la causa del decesso proprio in influenza aviaria.

Numerosi altri gabbiani sono stati trovati morti lungo l’Adige e in provincia di Verona, e gli esperti sono in attesa dei risultati dei test. Altri casi si sono verificati in Lombardia ed Emilia Romagna. La diffusione del virus, però, non si sta verificano solamente in Italia, anzi: sembra che siamo di fronte ad un’emergenza a livello globale.

Al momento, la situazione ha indotto l’Organizzazione Mondiale della Sanità a emettere alcune linee guida a tutela della persone. Infatti alcune categorie sono ovviamente considerate più a rischio, e parliamo ad esempio degli allevatori avicoli, ma anche dei veterinari, di chi lavora le carni e degli autotrasportatori che portano la merce nei negozi. A suddette categorie è consigliata la vaccinazione contro l’influenza umana, per evitare una qualche ricombinazione genetica tra i due virus e l’insorgenza di una nuova pandemia.

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