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Muore a 17 anni per Meningite Fulminante, c’è una nuova epidemia in corso? Cosa sappiamo

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Meningite Fulminante, una malattia che purtroppo non lascia scampo. L’ultimo caso ha coinvolto un giovanissimo ragazzo.

Ma siamo di fronte ad un’epidemia? Come colpisce la meningite? Facciamo il punto della situazione.

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La meningite è una malattia scatenata da un batterio, di cui ne esistono decine di ceppi diversi. Può colpire chiunque, ad ogni età, e ovviamente i soggetti immunodepressi o che hanno in corso altre patologie sono più a rischio.

La meningite non è di certo una malattia nuova, anzi, venne individuata per la prima volta nel 1807, durante una epidemia avvenuta a Ginevra. Le malattie invasive batteriche (MIB), quelle che noi conosciamo come meningiti, sepsi e polmoniti batteriche rappresentano un’alta percentuale di morbosità. Ma soprattutto danno molto spesso gravi complicanze di salute, anche con esiti fatali.

Il contagio avviene come per altre forme virali, ovvero tramite contatto diretto con l’infetto, ammalato oppure portatore sano.

La situazione in Italia è costantemente monitorata dal Dipartimento Malattie Infettive dell’ISS che dal 1994 ha istituito un distretto specifico. Gli esperti controllano non solo l’andamento delle meningiti batteriche, ma anche le altre malattie invasive da meningococco, pneumococco ed emofilo.

Infatti per limitare il diffondersi di questi patogeni abbiamo a disposizione i vaccini, che vengono somministrati alle persone già nei primi anni di vita. Oggi possiamo contare su quelli per le “infezioni da Haemophilus influenzae di sierotipo b (HIB), da Neisseria meningitidis (meningococco) di sierogruppo A, B, C, W, Y e da alcuni sierotipi di Streptococcus pneumoniae (pneumococco)” come riportato nel sito ufficiale dell’ISS.

Meningite Fulminante, c’è una nuova epidemia in corso? Cosa sappiamo

In Italia e in Europa, i sierogruppi B e C del meningococco sono quelli che causano di più la malattia invasiva. Paradossalmente, sono i soggetti portatori sani che infettano di più rispetto ai malati. Ciò rende molto difficile limitare il contagio, e insieme a questo c’è anche il fatto che la sintomatologia della meningite è piuttosto complicata da riconoscere subito.

Infatti il soggetto accusa malesseri che sembrano influenzali, come sensazione di debolezza/sonnolenza, mal di testa e poco appetito. Dopo qualche giorno, però, i sintomi si fanno più importanti e possono comparire nausea e vomito, forte mal di testa, febbre alta e fastidio verso la luce. A quel punto la malattia può dare complicanze gravi, anche fino al decesso.

Anche se casi sporadici si verificano tutto l’anno, la meningite è più frequente in inverno e inizio primavera. Purtroppo colpisce soprattutto i bambini da 0 a 5 anni, ma come detto anziani e malati o immunodepressi sono ugualmente a rischio. Forse stiamo vivendo un momento storico in cui siamo indeboliti nel nostro sistema immunitario, per diverse cause.

Inoltre la commorbosità – ovvero la presenza contemporanea di altre malattie respiratorie – rende più pericolosa l’infezione, che può causare danni più gravi.

Fortunatamente, la vaccinazione pediatrica riesce a tenere sotto controllo la situazione epidemiologica. Secondo lo stato attuale delle cose, quando si verificano casi sporadici non si attiva nessuna procedura sanitaria. Solamente nel caso in cui si verificano più di 10 casi ogni 100 mila abitanti nell’arco di 3 mesi viene effettuato un rafforzamento della campagna vaccinale.

Dunque per fortuna non siamo di fronte ad un’epidemia, almeno stando alla situazione attuale. Fondamentale è però rivolgersi al medico curante in caso si abbiano dei dubbi, perché la meningite va trattata tempestivamente e con antibiotici.

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