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Pensioni

Pensioni: delusione per gli aumenti di gennaio, che riguarderanno solo alcuni soggetti

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Dal prossimo mese, le pensioni aumenteranno per effetto della rivalutazione, ma alcuni avranno i soldi solo in primavera.

Non tutti i pensionati riceveranno da gennaio le maggiorazioni sulle pensioni. Alcune categorie, infatti, dovranno aspettare marzo e aprile.

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Come funzionerà, quindi la rivalutazione delle pensioni? Quando arriveranno i pagamenti comprensivi dell’incremento? Per il momento, il Governo non ha rilasciato comunicazioni ufficiali. Quel che è certo è che c’è stata una recente proposta di modificare il meccanismo di rivalutazione e questo, purtroppo, non è un bene per una vasta gamma di pensionati.

Scopriamo, quindi, gli ultimi aggiornamenti relativi agli assegni pensionistici.

Potrebbe interessarti anche il seguente articolo: “Rivalutazione pensioni: la rivoluzione delle 6 nuove fasce“.

Pensioni: a quanto ammonta la rivalutazione?

Nel mese di gennaio 2023, avranno diritto all’aumento solo i contribuenti che rientrano nella prima fascia, quella relativa agli assegni di importo fino a 2.100 euro.

Le pensioni di importo uguale o superiore a 4 volte il trattamento minimo (cioè dai 2.101 euro in su), invece, verranno rivalutate del 7,3% solo verso marzo o aprile.

Di conseguenza, nelle prossime settimane solo i pensionati che percepiscono non più di 2.100 euro al mese riceveranno l’incremento. Tutti gli altri dovranno aspettare 2 o 3 mesi. Per quale motivo? Perché il Governo Meloni ha deciso di apportare delle modifiche al sistema di rivalutazione.

L’INPS, infatti, aveva già disposto, per gennaio, i pagamenti delle pensioni con le prime rivalutazioni, in base al seguente schema:

  • assegni fino a 2.100 euro lordi al mese: rivalutazione al 100%;
  • pensioni da 2.101 a 2.625 euro mensili: rivalutazione all’80%;
  • assegni da 2.626 a 3.150 euro lordi al mese: rivalutazione al 55%;
  • pensioni da 3.151 a 4.200 euro lordi mensili: rivalutazione al 50%;
  • assegni da 4.201 a 5.250 euro lordi al mese: rivalutazione al 40%;
  • pensioni superiori a 5.250 euro lordi al mese: rivalutazione al 35%.

Tali percentuali, tuttavia, sono state cambiate per coloro che percepiscono trattamenti previdenziali di ammontare superiore a 2.101 euro lordi al mese. Attualmente, dunque, gli incrementi corrispondono ai seguenti valori:

  • pensioni fino a 2.100 euro lordi al mese: rivalutazione del 100%;
  • assegni da 2.101 a 2.625 euro lordi al mese: rivalutazione dell’85%;
  • pensioni da 2.626 a 3.150 euro lordi al mese: rivalutazione del 53%;
  • assegni da 3.151 a 4.200 euro lordi al mese: rivalutazione del 47%;
  • pensioni da 4.201 a 5.250 euro lordi al mese: rivalutazione del 37%;
  • assegni di importo superiore a 5.250 euro lordi al mese: rivalutazione del 32%.

Il calendario dei pagamenti del mese di gennaio

La rivalutazione interesserà tutte le pensioni, seppur in percentuali differenti. Dunque, coloro che non riceveranno gli aumenti nel mese di gennaio e febbraio, saranno destinatari dei conguagli del mese di marzo.

Ovviamente, per il momento, si tratta solo di supposizioni; si attendono, infatti, notizie ufficiali da parte del Governo relative alla rivalutazione delle pensioni nel 2023.

Non perdere il seguente articolo: “Rivalutazione pensioni: aumentano le tasse 😨 amarezza dei pensionati“.

L’accredito degli assegni pensionistici avviene, di norma, nel primo giorno bancabile del mese. A gennaio sarà, dunque, martedì 3. Tale data riguarderà coloro che hanno optato per il versamento su conti correnti, libretti, Poste Pay Evolution e conto Banco Posta.

I pensionati che, invece, hanno scelto il prelievo in contanti presso gli Uffici Postali, dovranno rispettare un apposito calendario di erogazione. Nello specifico:

  • martedì 3 gennaio: cognomi A e B;
  • mercoledì 4 gennaio: cognomi C e D;
  • giovedì 5 gennaio: cognomi dalla E alla K;
  • sabato 7 gennaio (solo di mattina): cognomi dalla L alla O;
  • lunedì 9 gennaio: cognomi dalla P alla R;
  • martedì 10 gennaio: cognomi dalla S alla Z.

La seguente lista, però, può subire delle modifiche, a seconda della densità di popolazione dei Comuni. Suggeriamo, quindi, di consultare l’elenco preciso affisso presso gli Uffici Postali del Comune di residenza.

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