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Economia

Reddito di cittadinanza bloccato a 200mila persone, l’INPS ha deciso

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Il reddito di cittadinanza è prossimo ad essere fortemente ridimensionato, perché l’attuale Governo intende destinare altrove le risorse relative al suo finanziamento attuale. Intanto l’Inps fa sapere che i controlli stanno avendo successo. I numeri.

Il reddito di cittadinanza è stata finora una misura di sostegno al reddito, contro la povertà e la disoccupazione, che non ha ricevuto un consenso unanime.

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Lo strumento continua infatti a spaccare l’opinione pubblica circa la sua reale utilità, e al contempo anche tra le formazioni politiche continuano a registrarsi opinioni anche molto divergenti tra loro.

Non dimentichiamo poi che l’attuale Governo ha scelto di confermare soltanto ‘a tempo’ il reddito di cittadinanza, riducendone la portata per poi abbandonarne il meccanismo dal 2024 – introducendo misure di sostegno valevoli soltanto per chi, effettivamente, non è nelle condizioni oggettive di poter lavorare.

Ebbene, proprio in tema di RdC, gli ultimi dati Inps sono molto interessanti, perché ci indicano che su più di un milione di domande pervenute nel 2022, più di 200mila sono state respinte. Ma quali sono i numeri effettivi? Sta davvero funzionando al meglio la macchina dei controlli dell’istituto? Scopriamolo insieme nel corso di questo articolo.

Reddito di cittadinanza: i numeri che fanno luce sulle domande respinte

Sono le cifre a spiegare la situazione meglio di ogni altra cosa. Infatti sono circa 1.290.000 le domande di reddito di cittadinanza giunte nei primi dieci mesi di quest’anno e oltre 290.000 non sono andate in porto:

  • 240.000 per assenza del requisito della residenza nel nostro paese, oppure per false o omesse dichiarazioni per quanto attiene alla posizione lavorativa dei membri del nucleo familiare. Ciò ha impedito l’erogazione di denaro a persone senza gli effettivi requisiti della prestazione;
  • 50mila domande sono invece al momento sospese in attesa di ulteriori controlli.

Da quando le istituzioni hanno introdotto questo strumento di sostegno al reddito, ovvero dal 2019, respinte complessivamente 1.735.195 domande, e revocate 213.593. I dati Inps parlano chiaro.

Insomma, se è vero che non sono mancati finora i tentativi di aggirare le regole sul reddito di cittadinanza, per incassarlo indebitamente, è altrettanto vero che i controlli e le verifiche dell’Inps sono aumentati, rendendo vane moltissimi richieste del RdC, senza effettivo fondamento.

Controlli preventivi degli uffici Inps sul possesso dei requisiti reddito di cittadinanza: i vantaggi

Migliora dunque l’interrelazione e il coordinamento tra gli uffici, a beneficio degli stessi controlli, che oggi risultano accurati, dettagliati e capaci di individuare velocemente tantissimi casi di comportamenti opportunistici e fraudolenti. Si tratta di fatto di controlli preventivi, e perciò non deve stupire che il sistema dei controlli sia stato via via rafforzato allo scopo di acclarare la veridicità delle dichiarazioni date da coloro che vorrebbero conseguire il reddito di cittadinanza.

Insomma, i controlli sono così ‘anticipati’, verificando in via preventiva possibili minacce di frode ai danni delle istituzioni e dando rilievo opportuno a tutte le informazioni in possesso dell’Inps e di altre amministrazioni pubbliche.

L’Inps ha altresì individuato scenari di “rischio potenziale” predefiniti, attraverso l’incrocio dei dati di cui alle dichiarazioni nelle domande di reddito di cittadinanza e nelle relative Dichiarazioni Sostitutive Uniche con i dati e le informazioni contenute nei propri database e archivi.

Questo meccanismo ha permesso di individuare con relativa facilità domande di reddito di cittadinanza caratterizzate dalla mancanza di uno o più requisiti del richiedente o del nucleo familiare, o da altre situazioni in palese contrasto con il meccanismo del RdC. La conseguenza immediata è stata l’adozione di provvedimenti di rigetto della domanda, con una verifica anticipata appunto alla fase di presentazione.

3 fattori che causano il rigetto della domanda di reddito di cittadinanza

Come lasciato emergere dall’Inps, sono principalmente tre i fattori che determinano il non accoglimento della domanda di RdC. Evidenziamoli di seguito:

  • false o assenti dichiarazioni circa la posizione lavorativa dei membri del nucleo familiare;
  • false dichiarazioni circa l’articolazione del nucleo familiare;
  • assenza del requisito della residenza nel nostro paese.

Ebbene, il meccanismo dei controlli Inps può dunque riassumersi nei termini seguenti: nel caso in cui i sistemi dell’istituto rilevino richieste di reddito di cittadinanza aventi indicatori di rischio di violazione delle regole, le domande in oggetto sono senza indugio respinte oppure sospese – nelle circostanze nelle quali si rendano doverosi ulteriori approfondimenti. Ciò che spicca è comunque la linea tesa ad assicurare controlli sempre in via preventiva rispetto al pagamento del beneficio, per contrastare una situazione che ha visto in passato molti ‘furbetti’ giovarsi dell’erogazione del reddito di cittadinanza, senza averne effettivo diritto.

Ricordiamo infine che, secondo le intenzioni del Governo, il reddito di cittadinanza sarà abolito dal primo gennaio 2024. Così è stato stabilito dall’attuale Esecutivo dopo un Consiglio dei ministri dello scorso novembre. Fino a quella data, la misura continuerà ad essere versata a tutte le persone in possesso dei requisiti, ma in modo ridotto rispetto alla versione attuale. Si tratta peraltro di quanto emerge sul punto nel testo della legge di Bilancio ora in discussione in parlamento.

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