Un inverno per certi versi gelido, per altri, rovente: le temperature vedono come epicentro sempre il campo di battaglia ucraino. La Russia starebbe meditando l’opzione che precede il nucleare.
Cresce ancora l’escalation, Mosca in procinto di scelte quanto mai drastiche. Scatta l’allarme, l’alleanza occidentale non abbassa la guardia.
Non sembrerebbero mai finire le cattive notizie in arrivo dal fronte di guerra. Gli Stati Uniti avanzano un’ipotesi, Vladimir Putin potrebbe deliberare per l’utilizzo di arsenale militare chimico. Scatta dunque l’allarme, l’alleanza occidentale non abbassa la guardia.
Il Cremlino potrebbe essere prossimo a quella decisione che precede la soluzione atomica, innescando un ciclo di morte e devastazione con una gamma di armamenti interdetta da numerose stipule internazionali.
Il quadro che va delineandosi è angosciante, benché ancora potenziale.
Stando alle indicazioni in possesso alle autorità competenti degli Stati Uniti, la Russia di Vladimir Putin potrebbe avvalersi di arsenale chimico in Ucraina. Una scelta che potrebbe rappresentare la premessa di uno scontro atomico con la Nato.
Ma quali sarebbero le condizioni che porterebbero il verificarsi di un simile accadimento? Uno scenario del genere potrebbe aver luogo nella circostanza in cui le pedine del Cremlino continuassero a perdere posizioni sul campo di battaglia.
Tali notizie sono emerse da diversi funzionari statunitensi, il tutto nel corso di istanti animati in cui Washington cerca di cautelarsi sulla preparazione degli alleati innanzi a un potenziale e simile avvenimento.
Dalla Casa Bianca si spinge al fine di destinare nuove risorse e finanziamenti dediti alla realizzazione e messa a disposizione di congegni in grado di rilevare sostanze chimiche.
Sulla questione è in vigore da tempo una discussione che abbraccia tanti strategici: quella di comprendere nei diversi pacchetti di arsenale bellico che Washington spedisce a Kiev anche determinati apparati di rilevamento di armamenti non convenzionali e specialmente maschere antigas. Come se si fiutasse già l’intenzione della Russia del “sempre più pacifico” Putin, come qualcuno ama definirlo in Italia.
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