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Pensioni, possibile cambiamenti: a che età sarà possibile dire addio al lavoro?

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Di pensioni si sente parlare spesso e il nuovo esecutivo avrebbe già qualche idea: a che età sarà possibile dire addio al lavoro? Ecco cosa c’è da sapere in merito

Quando si parla di pensioni i dubbi possono essere molti e soprattutto in questo periodo di cambiamenti in molti si chiedono quando sarà possibile congedarsi dal lavoro? Ecco quale potrebbe essere il limite di età e altre informazioni.

Informazione Oggi

Una delle possibilità pensate dal nuovo esecutivo, potrebbe essere possibile accedere alla pensione con Quota 41. La misura in questione prevede l’accesso alla quiescenza se si hanno sessantadue anni e quarantuno di contributi versati.

Lo scopo principale è quello di non ritornare al metodo Fornero. Anche se, molto probabilmente, lo scoglio sembra essere quasi superato dal momento che possibili cambiamenti inerenti alla pensione potrebbero rientrare nella Finanziaria.

Chiaramente le possibilità inerenti alla riforma pensionistica è di tipo economico, cioè rispetto ai fondi. Al momento, però, a meno di mutamenti dell’ultima ora, la possibilità più certa sembra essere quella di Quota 41. Vale a dire età sessantadue e quarantuno anni di contributi versati. Resterebbero, però, comunque in vigore l’Ape Social ed anche l’Opzione donna.

Per le pensioni, il nuovo esecutivo avrebbe a disposizione 1 miliardo. Infatti, va preso in considerazione che una quota della disponibilità dovrà essere usata per ausili ai nuclei familiari e per le aziende che in questo periodo sono in difficoltà a causa del caro bollette.

Calderone è riuscita a trovare un punto di incontro con la Lega salviniana che punta su da un po’ sulla Quota 41 secca.

Pensioni e lavoro, chi beneficerà della nuova riforma?

Alcuni lavoratori potrebbero percepire una pensione più alta, ma di chi si tratta? Ecco cosa c’è da sapere in merito e chi sarebbero i ‘fortunati’.

Ritornando all’argomento cardine di questo articolo, pare sia quasi certo che dal prossimo anno si potrà accedere alle pensioni con Quota 41.

La nuova riforma costerebbe al Governo settecento milioni di euro. Dal momento che la cifra a disposizione per la quiescenza è più alta, vi è la possibilità di tenere in campo anche altre possibilità come Opzione donna e Ape Social.

Coloro che potrebbero usufruire della nuova riforma sono 45.000 persone. Se, invece, l’esecutivo decidesse di stabilire l’età pensionabile a sessantuno anni, il costo della riforma sarebbe più o meno raddoppiato. Anche i soggetti interessati sarebbero meno, infatti, si parlerebbe di 89.000 persone.

Nonostante la misura sia reputata un successo, in seguito si potrebbe comunque tentare la Quota 41 secca. Secondo Salvini, infatti, per Quota 41 questo è soltanto l’inizio. Vi sarebbero poi una serie di misure ed anche la revisione del RdC all’interno della Finanziaria.

Se per il nuovo esecutivo questo risulta essere un passo avanti, dello stesso avviso non sarebbero i sindacati. Questi, infatti, stanno facendo richiesta di un incontro con l’esecutivo perché sosterrebbero tale misura poco adatta ai bisogni del lavoratore.

I sindacati

Come anticipato, i sindacati non sarebbero del tutto d’accordo all’attuazione della nuova riforma per la quiescenza. Questi, infatti, non credono sia adatta per soddisfare i bisogni di tutti i lavoratori.

Il confronto è particolarmente richiesto da Ganga della Cisl. Il segretario chiede un confronti su alcune tematiche mai discusse con i sindacati. Tra queste vi è “ipotesi che tratteggiano incentivi per rimanere al lavoro […]” spiega il segretario.

Al momento, però, bisogna aspettare la Legge di Bilancio per conoscere ulteriori notizie ed avere certezze in merito a tale riforma.

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