La rivalutazione di gennaio salverà le pensioni dall’inflazione?

A gennaio la rivalutazione sulle pensioni sarà completa, come influirà sugli assegni? Scopriamo i dettagli dell’adeguamento al costo della vita.

Ad oggi la rivalutazione anticipata non ha strappato alcun sorriso ai pensionati. A gennaio 2023 sarà diverso?

rivalutazione pensioni gennaio
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La speranza di tanti pensionati è che la rivalutazione delle pensioni di gennaio 2023 comporterà aumenti più significativi nel cedolino. Possiamo dire che tale desiderio si realizzerà? Dipende da quale incremento si ha in mente. Se l’idea è di centinaia di euro in più sull’assegno allora possiamo dire che ci troviamo nel mondo dell’utopia soprattutto in caso di pensioni dal basso importo. Qualora, invece, ci si dovesse accontentare di somme come 50 euro in più – sempre restando tra gli assegni di minor valore – allora la speranza si tradurrà in realtà. Se ad oggi, infatti, la perequazione si è fermata al 2% a gennaio sarà del 7,3% in base all’adeguamento al nuovo costo della vita. E il 7,3% di 600 euro, ad esempio, corrisponde a 43,8 euro. Sempre meglio dei 12 euro della rivalutazione attuale ma da qui a dire che la somma possa soddisfare siamo ben lontani.

Rivalutazione di gennaio, un aumento dell’assegno senza infamia e senza lode

L’inflazione dilagante sta creando numerose difficoltà economiche a tante famiglie. La rivalutazione anticipata del 2% ha comportato aumenti nel cedolino tra i 10 e i 50 euro per tutti i pensionati percettori di assegni fino a 2.692 euro. Da gennaio il meccanismo della perequazione sarà applicato a tutte le pensioni indipendentemente dall’importo. Non ci sarà, invece, il conguaglio dello 0,2% legato alla differenza tra inflazione stimata a gennaio 2022 e inflazione reale (1,7% e 1,9%). La misura è una tantum, senza replica ad anno nuovo.

Ricapitolando, a gennaio la perequazione sarà del 7,3% a cui si dovrà sottrarre il 2% di anticipo erogato da fine ottobre. Ciò significa che se la pensione di novembre (completa del 2%) ha avuto come importo – ad esempio – 850 euro, a gennaio verrà ricalcolata con un aumento del 5,3% ossia di 45,05 euro. L’assegno sarà, dunque, di 895,05 euro.

Attenzione alla percentuale della perequazione

Calcolare in autonomia l’aumento nel cedolino da gennaio 2023 è semplice. Basterà applicare il 5,3% in più sull’assegno percepito a novembre. Attenzione a non considerare il Bonus 150 euro erogato nel mese in corso oppure la tredicesima se si dovesse prendere come partenza per il calcolo la pensione di dicembre.

La perequazione sarà del 100%, però, solamente per gli assegni di importo fino a 2.097,36 euro (fino a quattro volte il trattamento minimo). Scenderà al 90% per pensioni tra le quattro e le cinque volte il trattamento minimo (2.097,37 euro a 2,621,70 euro) e al 75% sopra cinque volte il trattamento minimo.

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