I titolari di pensioni possono svolgere attività di lavoro autonomo, ma attenzione agli obblighi previsti dalla legge. In particolare un recente messaggio Inps ricorda gli adempimenti in merito alla dichiarazione dei redditi entro fine novembre.
Lavorare pur incassando una pensione, avendone maturato i requisiti, è possibile.
E ciò ben si comprende oggi a maggior ragione, in un’epoca in cui i trattamenti previdenziali – in molti casi – non hanno un elevato ammontare e non consentono di rispondere agevolmente ai rincari e al boom bollette e inflazione. Ecco perché c’è chi, se in grado di contare su un livello di salute che lo consente, preferisce continuare a lavorare anche dopo la pensione.
Ciò è dunque possibile, ma attenzione: i titolari di pensioni che compiono un’attività di lavoro sono obbligati a precisi adempimenti e a una dichiarazione che, se non inviata nei termini previsti, conduce a pesanti sanzioni. Perciò come funzionano le regole per le attività autonome dei pensionati? Quali aspetti non bisogna dimenticare? Cerchiamo di fare chiarezza di seguito, nel corso di questo articolo.
Su questi temi è di primario rilievo il d. lgs. n. 503 del 1992, ovvero un testo recante norme per il riordinamento del sistema previdenziale dei lavoratori privati e pubblici. Esso indica all’art.10 il divieto di cumulo della pensione con i redditi da lavoro autonomo. Ed in particolare il testo indica che i titolari di pensioni sono obbligati a far pervenire all’ente pensionistico la dichiarazione dei redditi da lavoro autonomo collegati all’anno anteriore. Il termine è quello previsto per la dichiarazione dei redditi per la categoria, ovvero il prossimo 30 novembre.
In altre parole, i titolari di pensione con decorrenza inclusa entro lo scorso anno, sono tenuti a dichiarare entro il 30 novembre di quest’anno i redditi da lavoro autonomo incassati l’anno passato. Altrimenti vanno incontro a conseguenze sanzionatorie.
Conferma di ciò in un recente messaggio Inps, il n. 4101/2022, con cui l’istituto di previdenza – oltre che ricordare l’adempimento, dà vari chiarimenti in ordine all’individuazione dei pensionati obbligati alla comunicazione dei redditi da lavoro autonomo, ottenuti lo scorso anno.
Importante inoltre rimarcare che i titolari di pensioni che non effettuano la dichiarazione dei redditi da lavoro autonomo, saranno poi obbligati a pagare all’ente della previdenza di appartenenza una somma uguale all’ammontare annuo della pensione incassata nell’anno al quale si collega la dichiarazione dei redditi in oggetto. La somma sarà trattenuta dalle rate di pensione, che sarebbero erogate all’autore della violazione.
Sono invece esclusi dall’obbligo di dichiarazione, perché ad essi non si applica il divieto di cumulo del trattamento previdenziale con i redditi da lavoro autonomo, le seguenti categorie di persone:
Conseguentemente coloro che, tra i pensionati, non sono in una delle condizioni summenzionate, dovranno fare la comunicazione dei redditi da lavoro autonomo, entro mercoledì 30 novembre.
Non bisogna dimenticare che i redditi da lavoro autonomo dei pensionati dovranno essere dichiarati:
Gli obbligati dovranno fare la dichiarazione reddituale secondo una delle seguenti modalità:
Colui che è obbligato alla dichiarazione redditi lavoro autonomo, in virtù delle regole sul divieto di cumulo con le pensioni, dovrà altresì ricordare che – siccome le trattenute delle quote di pensione non cumulabili con i redditi da lavoro autonomo sono compiute in via provvisoria dagli enti previdenziali sulla base della dichiarazione dei redditi che i pensionati prevedono di incassare nel corso dell’anno, i dichiaranti sono altresì obbligati a rilasciare all’ente previdenziale competente una dichiarazione preventiva collegata al reddito che prevedono di incassare quest’anno.
Le trattenute che saranno fatte sulla pensione ‘a preventivo’, verranno poi conguagliate sulla scorta della dichiarazione reddituale valevole per il periodo d’imposta 2022, a consuntivo il prossimo anno.
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