Consumare meno pellet per aumentare il risparmio è possibile seguendo alcuni pratici accorgimenti. Vediamo quali sono.
La stufa a pellet è già fonte di risparmio ma è possibile tutelare ancora di più il proprio portafoglio acquistando meno cilindri di legno.
Da quando il prezzo del gas è aumentato, gli italiani sono corsi ai ripari acquistando le stufe a pellet. Sono un’ottima alternativa per chi non può svoltare verso il fotovoltaico ma vuole risparmiare sui consumi. Il pellet, infatti, consente di dare un bel taglio alla bolletta nonostante il prezzo sia aumentato negli ultimi mesi. Un sacco da 15 chili è passato a costare da 3/4 euro a 10/13 euro, un incremento importante che si traduce in una spesa maggiore rispetto a quella inizialmente preventivata. Sebbene la stufa a pellet rimanga un’occasione di risparmio rispetto ad altri metodi di riscaldamento come i termosifoni o i camini a legna, riuscire ad abbassare ulteriormente i costi è fondamentale in questo periodo di rincari. Vediamo, dunque, come consumare meno pellet durante il prossimo freddo inverno.
Il primo passo per consumare meno pellet è scegliere un prodotto di qualità. Attenzione alle truffe che girano sul web promettendo sacchi a costi troppo bassi rispetto ai prezzi del mercato. La qualità costa e garantisce, però, una migliore resa. Inoltre sporca di meno e non intasa le tubature.
Per riconoscere i cilindri di qualità occorre prestare attenzione all’umidità del sacchetto e leggere il riferimento sulla scheda tecnica. Più la percentuale di umidità è alta minore sarà la combustione del pellet e dunque la resa. Inoltre, maggiore umidità significa anche più probabilità di problemi all’impianto con un aumento della spesa oltre che dei consumi. L’acquisto, dunque, dovrebbe essere indirizzato verso i cilindri con umidità inferiore al 10%.
Le tempistiche di acquisto dei sacchi sono fondamentali per un risparmio. In estate e primavera i costi sono inferiori proprio a causa delle alte temperature esterne e della bassa domanda. Rifornirsi in autunno o inverno, invece, significa comprare al prezzo più alto perché la domanda si impenna.
Rispetto ai sacchi, poi, sarebbe preferibile acquistare il pellet sfuso. Senza imballaggio, infatti, il prezzo sarà minore e parliamo di 26/30 euro a tonnellata. Attenzione, poi, alle impostazioni della stufa nonché alla manutenzione. La pulizia deve essere effettuata regolarmente per la rimozione dei residui. In più c’è la manutenzione straordinaria della camera di combustione e dello scarico dei fumi. Occorrerà chiamare un tecnico una volta all’anno.
Massima potenza del bruciatore, poi, al momento dell’accensione per accelerare il riscaldamento dell’ambienta e spegnere prima l’apparecchio. Non esagerare poi con la temperatura. Più è alta più pellet si consumerà incidendo sulla spesa. Al massimo bisognerà impostare 20/22 gradi per poter tenere sotto controllo i consumi.
Ricevere un rimborso dal modello 730 quando non si ha un datore di lavoro o…
L’Isee 2026 entra nella sua fase cruciale: entro il 31 dicembre 2025 occorre aggiornare l’attestazione…
Molti lavoratori scoprono solo all’ultimo momento che la pensione non arriva perché manca un contributo,…
Con il saldo IMU 2025 alle porte, la scelta del codice tributo corretto diventa decisiva…
Aggiornamento oggi 27 novembre: l'Opzione donna non sarà prorogata nella Legge di Bilancio 20226, il…
Grazie a un nuovo emendamento alla Legge di Bilancio, sarà più facile aumentare l'anzianità contributiva…