Riforma pensioni rimandata al 2023, che fine faranno Opzione Donna e Ape Sociale? Le ultime novità

Nelle prossime settimane nessun scossone sul fronte previdenziale, con una riforma pensioni che, per motivi contingenti, sarà rimandata al 2023. Ma si interverrà con la proroga di Opzione Donna e Ape Sociale.

Ben sappiamo che la riforma pensioni è un problema aperto per il nostro paese. Il percorso di rinnovamento passa anche dal mondo della previdenza, che mostra in effetti tanti elementi da rivedere e correggere.

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Di mezzo ci sono anche gli obiettivi di cui al PNRR e il futuro dei trattamenti pensionistici rappresenta certamente uno dei nodi da sciogliere, senza dimenticare di considerare le esigenze delle giovani generazioni.

Queste ultime sono infatti alle prese con varie difficoltà nel trovare una occupazione stabile e dunque, molto spesso nel bel mezzo di carriere professionali precarie e frammentarie, in cui i versamenti contributivi non sono continuativi nel corso degli anni.

Ma non c’è molto tempo da qui alla fine dell’anno e la priorità è quella di varare la legge di Bilancio entro il 31 dicembre, per evitare il rischio del cd. esercizio provvisorio e dunque una situazione che impedirebbe investimenti e riforme nel 2023, limitando notevolmente l’azione di Governo. Viste le poche settimane a disposizione, l’Esecutivo certamente interverrà soltanto con misure previdenziali utili nel breve termine, mentre per quanto riguarda una vera e propria riforma pensioni, soltanto il prossimo anno sarà possibile proseguire un dialogo articolato con le parti sociali, per addivenire finalmente ad un testo di riforma pensioni davvero condiviso. Cosa cambierà allora nei prossimi mesi? Cerchiamo insieme di fare il punto della situazione.

Riforma pensioni: i 2 prossimi passi del Governo in vista del 2023

Abbiamo appena detto che il tempo stringe e non c’è modo entro l’anno di varare anche una vasta riforma pensioni, in contemporanea con la manovra. Ma ciò non significa che la materia previdenziale non verrà toccata: infatti il Governo insediatosi alcune settimane fa ha in mente di prorogare ancora per un anno i fortunati esperimenti dell’Opzione Donna e dell‘Ape Sociale.

Perciò nessuna sostanziale novità per il momento, ma semplicemente la prosecuzione e la conferma dell’assetto degli ultimi tempi. Si parla insistentemente di una proroga anche per Quota 102, che però verrebbe combinata con il meccanismo di pensionamento anticipato di Quota 41. Si tratterebbe insomma di un ulteriore correttivo della discussa legge Fornero, in attesa di un intervento strutturale e massiccio.

Ricapitolando, non c’è nessun particolare dubbio a riguardo – essendo due le prossime tappe della previdenza in Italia:

  • la proroga delle misure in scadenza in tema di pensioni;
  • il rinvio di una riforma complessiva della previdenza pubblica obbligatoria al 2023.

Riforma pensioni 2023: le indicazioni offerte dal Ministro del Lavoro

Conferma delle prossime mosse da parte del Governo è arrivata dal neo ministro del Lavoro, Marina Calderone, che ha appunto ribadito che in programma nell’immediato vi saranno la riconferma Opzione Donna, una forma di pensionamento anticipato che si somma a Quota 102 e all’Ape Sociale. Anche quest’ultima – come dichiarato dal Ministro – sarà riconfermata.

Ape Sociale

Ricordiamo brevemente che l’Ape sociale, che sta per ‘anticipo pensionistico’, consiste in un’indennità versata da parte dello Stato e rivolta a persone con 63 o più anni di età in particolari condizioni di difficoltà, ad es. perché hanno fatto per anni lavori gravosi o usuranti o perché assistono un familiare disabile grave, o ancora perché sono in stato di disoccupazione. Essi sono accomunati dal fatto che non hanno ancora la possibilità di divenire a tutti gli effetti pensionati per ragioni di età.

Ebbene, queste persone grazie all’Ape Sociale possono contare su un aiuto economico, prima di poter conseguire il diritto alla pensione. L’Ape Sociale dunque altro non è che una misura ponte, in direzione del definitivo ritiro dal mondo del lavoro in modo tranquillo.

In altre parole si tratta di un assegno di accompagnamento alla pensione di vecchiaia per i lavoratori che sono in specifici profili di tutela (disoccupati, caregivers, invalidi civili e soggetti addetti a mansioni gravose). Ma attenzione, secondo le ultime indicazioni la misura sarà prevista anche per i soggetti che conseguono le condizioni di accesso (età anagrafica di 63 anni e 30/36 anni di contributi) nel corso del prossimo anno.

Opzione Donna e Quota 41

La prossima legge di Bilancio, da approvarsi entro il 31 dicembre, includerà con tutta probabilità anche la proroga di un anno di Opzione Donna, vale a dire l’uscita anticipata per le lavoratrici a 58/59 anni, avendo però maturato almeno 35 anni di contributi regolarmente versati – ed accettando un calcolo interamente contributivo dell’assegno pensioni. Nella misura coinvolte le lavoratrici nate nel 1964 (1963 se autonome) che conseguono 35 anni di contributi entro il 31 dicembre di quest’anno.

Ebbene Opzione Donna e Ape Sociale, rivelatesi nel complesso misure sostenibili per le casse dello Stato e opportune per la situazione di non pochi lavoratori e lavoratrici, sono prossime alla scadenza il giorno 31 dicembre. Ecco perché il passo successivo non potrà che essere la proroga, mentre – come detto sopra – si parla insistentemente di una nuova Quota 41 ‘light’, che di fatto sarebbe una rivisitazione di Quota 102, la quale non sarebbe così abbandonata del tutto.

Infatti Quota 41 potrebbe essere abbinata ad un requisito anagrafico di almeno 62 o 63 anni di età. Perciò potrebbe trattarsi di una nuova Quota 103 (62+41) o Quota 104 (63+41).

Ma eventuali conferme in tal senso non potranno che arrivare nelle prossime settimane.

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