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Malattie cardiovascolari, nel 2022 numeri in aumento, ma rischiano di più le donne o gli uomini? Lo studio

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Le malattie cardiovascolari rappresentano al momento quelle più diffuse tra le popolazioni di tutto il mondo. Nel 2022 i casi sono aumentati.

Un team di scienziati, però, ha voluto analizzare meglio i numeri e i fattori di rischio, differenziando tra popolazione maschile e femminile. Ecco i risultati.

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Quando parliamo genericamente di malattie a carico del sistema cardiocircolatorio comprendiamo numerose patologie. Condizioni e malattie che per la maggior parte dei casi sono anche prevenibili. Nonostante ciò, i numeri che di anno in anno vengono diffusi sono preoccupanti.

Come si evince ad esempio dal sito del Ministero della Salute, le malattie cardiovascolari sono tutt’altro che rare. “Malattie ischemiche del cuore, come l’infarto acuto del miocardio e l’angina pectoris, e le malattie cerebrovascolari, come l’ictus ischemico ed emorragico, rappresentano le principali cause di morbosità, invalidità e mortalità in Italia.”

Le cause di così tanti problemi di salute sono ovviamente diverse e derivano da fattori diversi. I fattori di rischio congeniti e su cui non si può intervenire. Come ad esempio una predisposizione genetica, età, sesso o familiarità. E quelli prevenibili, che sono legati a stili di vita non sani. Un’errata alimentazione, abusi di alcol e fumo, mancanza di attività fisica. Fattori che a loro volta innalzano le probabilità di andare incontro a diabete, colesterolo alto e ipertensione.

Oggi è opinione comune credere che le malattie cardiovascolari riguardino soprattutto la popolazione maschile. Ma è davvero così? Uno studio ha cercato la risposta al quesito, ed ecco cosa ne è emerso.

Malattie cardiovascolari, rischiano di più le donne o gli uomini? Lo studio

In Svezia, un team di ricercatori ha voluto capire se davvero le donne rischiano di meno di sviluppare malattie cardiovascolari. Se i fattori di rischio, come quelli sopra citati, valgono per entrambi, lo scaturire degli eventi è invece diverso.

Gli studiosi dell’Università svedese Gothenburg hanno messo insieme una serie di dati. Presi dallo studio “Prospective Urban Rural Epidemilogical (PURE)” che ha riguardato 155.724 soggetti provenienti da 21 Paesi diversi. Le età delle persone oggetto di ricerca oscillano tra i 35 e i 70 anni.

Lo studio è durato ben 10 anni. All’inizio nessun soggetto era ammalato, e nel corso del tempo sono stati poi registrati i vari casi di infarto fatale, infarto, ictus o insufficienza cardiaca.

I ricercatori hanno preso in considerazione tutti i fattori possibili.

  • Da quelli metabolici (ipertensione, obesità o diabete)
  • a quelli comportamentali (dipendenza da fumo o dieta)
  • fino a contemplare gli aspetti psico-sociali (status economico e depressione).

Ebbene, sembra che la manifestazione delle malattie riguardi entrambi i sessi se si prendono in considerazione i fattori metabolici. Tranne un’eccezione per l’ipercolesterolemia. Infatti sembra che la popolazione maschile a parità di parametri sviluppi maggiormente malattie cardiovascolari.

Passando ai fattori comportamentali, invece, la situazione si ribalta. Ovvero, in caso di alimentazione scorretta e fumo, sono le donne a manifestare di più le malattie.

Infine, dal punto di vista psicologico, la depressione e le problematiche psico-sociali causerebbero maggiormente le malattie negli uomini.

In definitiva, però, i numeri dicono che le donne rischiano di meno. Secondo gli autori dello studio, questo deriverebbe dalla diversa funzione degli estrogeni. Durante il follow-up, sono stati registrati 5 casi di ictus, infarto e/o malattia cardiovascolare per 1000 persone l’anno tra le donne, contro gli 8,2 casi tra gli uomini.

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