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Economia

In arrivo il condono edilizio: esultano i cittadini perchè potranno sanare gli immobili

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Il condono edilizio è un particolare procedimento con cui i cittadini possono annullare un atto illecito legato al mondo edilizio.

La particolarità del condono è sanare la realizzazione di opere edificate senza rispettare le norme urbanistiche.

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Insomma, si tratta di una agevolazione concessa dallo Stato ai cittadini così da evitare pene maggiori a causa dell’atto illecito. La sanatoria dovrà avvenire entro il limite di tempo stabilito dal legislatore.

Condono edilizio: dove eravamo e novità per il 2023

Il condono edilizio è un provvedimento molto raro e, infatti, lo Stato lo ha applicato solo tre volte: nel 1985, nel 1994 e nel 2003. A ogni condono il legislatore ha indicato lo specifico beneficio di intervento.

Ad esempio, il primo condono (legge 47/1985) prevedeva di controbattere l’abusivismo edilizio. Il secondo (legge 724/1994) era caratterizzato dal tempo, lavori e limiti della dimensione della struttura abusiva. Infine, il terzo condono (legge 326/2003) aveva lo scopo di combattere ancora l’abusivismo edilizio.

Quest’ultimo condono però non è stato recepito positivamente da tutte le Regioni generando confusione nel reperimento delle informazioni e nell’applicazione delle norme.

Per ottenere il condono è necessario che lo Stato approvi lo specifico provvedimento. Il cittadino deve autodenunciarsi e poi pagare una sanzione amministrativa; l’importo dipende dalla tipologia dell’illecito. Inoltre, il condono edilizio a rischio per chi non rispetta tutte le condizioni previste.

Novità del 2022 e previsioni per il 2023

Il governo nel 2022 ha approvato varie norme riguardanti il condono edilizio. Tra queste due sono da sottolineare. La prima è che il condono non sarà riconosciuto qualora sia presente un vincolo abilitativo. Invece, la seconda stabilisce che il condono non potrà essere concesso in caso di immobili edificati in aree con difficoltà ambientali.

Questa norma però non trova applicazione per le:

  • costruzioni realizzate prima dell’imposizione del vincolo;
  • costruzioni concesse dall’Autorità;
  • lavori minori senza un aumento di superficie, quindi per opere di manutenzione o restauro;
  • opere realizzate nel rispetto delle prescrizioni urbanistiche ma senza titolo edilizio.

Infine, la sentenza del TAR Puglia ha ripartito la responsabilità dell’abuso edilizia sia ai costruttori sia ai proprietari del bene.

Per il 2023 il governo non ha ancora presentato nessun provvedimento anche se si spera che il prossimo condono riguardi la riforma del catasto. A livello economico questa riforma non richiederà ulteriori spese per lo Stato ma solo un maggiore controllo sugli immobili.

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