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Pensione e contributi: l’assegno dopo 40 anni di lavoro è strabiliante

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La pensione è sempre un argomento che desta attenzione soprattutto quando la si vuole calcolare: ma quanto si percepisce dopo 40 anni?

Quando si parla di pensione ci si pongono sempre molte domande soprattutto inerenti ai contributi e di conseguenza a quanto si potrebbe percepire: a quanto ammonta il mensile dopo 40 anni?

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Calcolare la propria pensione, di solito, è davvero molto arduo anche se sul sito Inps vi è un servizio, La mia pensione futura: simulazione della propria pensione, che potrebbe tornare utile anche se potrebbe non risultare attendibile al 100% date le tante variabili.

Inoltre, come spiega proiezionediborsa.it, tale servizio non è usufruibile dai soggetti che hanno versato i propri contributi nella Gestione Pubblica dal momento che i contributi maturati nel corso degli anni di lavoro non sono ancora presenti all’interno del sistema.

Se si vuole calcolare la propria pensione, i fattori che entrano in gioco sono davvero tanti ed è per questo che spesso ci si rivolge ad un esperto. Anzitutto, la variabile da considerare è il coefficiente di trasformazione che, naturalmente, muta rispetto all’età.

Provando a fare un esempio: se si ha sessantasette anni, durante l’anno corrente, sarebbe possibile percepire il 5,575 per cento.

Pensione e contributi: un esempio

Come già detto in precedenza, fare il calcolo della propria pensione non è sempre facile, ma  con qualche esempio, potrebbe essere possibile almeno farsi un’idea.

È importate comprendere che a incidere sulla rendita pensionistica sono in particolare due fattori: i contributi versati durante gli anni di lavoro ed anche quanto si è versato durante tale periodo. Quindi, vi è una parte che riguarda il sistema retributivo ed un’altra che concerne quello contributivo.

Prendendo ad esempio, come ipotesi, un cittadino che ha versato i contributi prima del ’96 (tali contributi riguardano sedici anni di lavoro), questi rientrano nel sistema retributivo. In seguito, lo stesso soggetto, ha versato ulteriori ventiquattro anni, ma questa volta dopo il ’96. Questi saranno configurati nel sistema contributivo.

Se tale cittadino, come ultimo stipendio, ha ricevuto una somma pari a duemila duecento €, questa andrà ad incidere sul calcolo retributivo. Tale calcolo ridà al lavoratore una pensione pari al due per cento ogni anno della retribuzione e, ovviamente, tale retribuzione dovrà poi essere moltiplica per gli anni di lavoro.

Quanto si percepisce di pensione dopo 40 anni di lavoro?

Il soggetto preso d’esempio nel paragrafo precedente rientra sia nel regime di pensionistico contributivo sia in quello retributivo.

Di conseguenza, con un salario pari a duemila e duecento € (retribuzione annua di ventotto mila seicento €) tale lavoratore, con il regime retributivo percepirebbe settecento quattro € lordi per i primi 16 anni, cioè quelli precedenti al 1996.

Per i ventiquattro anni successivi al 1996, con il medesimo stipendio mensile, il soggetto rientrerà nel regime contributivo ed il suo ammontare sarà di 226.512€.

Se si applica il coefficiente di trasformazione, la rendita pensionistica del lavoratore sarà dunque di novecento settantuno €; questi vanno poi ad aggiungersi ai settecento quattro euro del regime retributivo. L’ammontare mensile sarà quindi di 1.675€ lordi al mese.

Chiaramente, se si muta l’ultimo salario e quello medio, la rendita pensionistica sarà fortemente diversa. Per tale ragione è necessario chiedere aiuto ad un esperto in materia.

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