Non tutti lo sanno ma anche chi ha perso il lavoro, insomma i disoccupati, purché maggiori di 60 anni possono andare chiedere la pensione.
Ciò è possibile con APE Sociale, una misura pensionistica anticipata destinata ai lavoratori che rientrano nel regime di tutela prevista dalla legge n. 232/2016, articolo 1, comma 199.
Questo perché la pensione è un diritto fondamentale che è riconosciuto a tutti i cittadini. È ovvio che i disoccupati devono essere in possesso di determinati requisiti e condizioni stabiliti dalla legge.
In particolare, la misura di pensionamento anticipato APE Sociale si rivolge a chi ha perso il lavoro per:
Con l’APE Sociale i disoccupati riceveranno un assegno mensile fino a 1.500 euro, purché abbiano fruito dell’indennità Naspi, DIS-Coll e altro trattamento che integra il reddito.
Un assegno che accompagnerà il disoccupato fino alla pensione di vecchiaia, solo se sono presenti le condizioni previste dalla normativa vigente.
Infatti, i disoccupati che desiderano richiedere il prepensionamento con l’APE Sociale devono risultare iscritti alla Gestione INSP, avere 63 anni di età, 30 anni di contributi e rispettare altre condizioni normative.
Una buona notizia per le donne disoccupate perché in possesso dei requisiti suddetti avranno un vantaggio in più: una riduzione dei contributi per massimo 24 mesi, ossia uno sconto di 12 mesi per ogni figlio. Insomma, la possibilità di lasciare la pensione ancora prima.
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Il prepensionamento con APE Sociale è legato alle cosiddette finestre temporali, ossia intervalli di tempo entro le quali fare domanda.
Per il 2022 la chiusura della “finestra” è il 31 dicembre; quindi, gli interessati dovranno presentare la domanda entro il 30 novembre. Questa data rappresenta quella delle richieste tardive, ossia condizionata dalla presenza delle risorse disponibili.
Infatti, le domande regolari andavano presentate entro il 31 marzo e il 15 luglio.
Comunque sia, la richiesta può essere presentata dal portale INPS nella sezione “prestazioni e servizi” dopo aver effettuato l’accesso con le credenziali di accesso SPI, CIE o CNS.
L’INPS riconosce un assegno massimo di 1.500 euro per 12 mesi, ma in realtà, come detto in precedenza, non è l’importo reale della pensione, ma un assegno di “mantenimento” fino all’età della pensione.
Tra l’altro, non è soggetto a integrazione o rivalutazione né al perfezionamento della contribuzione figurativa e, infine, né reversibile.
I disoccupati possono richiedere anche la pensione con Quota 41. In questo caso si tratta di una pensione vera e propria erogata per 13 mensilità e permette l’integrazione al minimo, le maggiorazioni sociali e la reversibilità ai superstiti.
Per accedere si devono rispettare tutti i requisiti previsti dalla legge.
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