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Economia

Bonus edilizi diversi dal Superbonus nei guai dopo lo sblocco della cessione: a cosa fare attenzione

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I Bonus edilizi diversi dal Superbonus 110% stanno risentendo dello sblocco della cessione. I contribuenti potrebbero dover pagare se non dovessero tener conto delle nuove direttive.

Infissi e caldaie, la sostituzione potrebbe costare cara non conoscendo i nuovi adempimenti richiesti per i Bonus edilizi.

Adobe Stock

Lo sblocco della cessione dei crediti ha introdotto nuovo regole da rispettare per risparmiare sui lavori di ristrutturazione e riqualificazione energetica. Il Superbonus ha ripreso a funzionare ma gli altri Bonus si trovano in balia delle nuove direttive. Non tutti i contribuenti sono a conoscenza delle variazioni normative e di conseguenza tante persone rischiano di dover pagare di tasca propria gli interventi effettuati. Diversi lavori, ad esempio, fino ad ora non hanno richiesto il visto di conformità oppure l’asseverazione di congruità sui costi sostenuti. Con lo sblocco, invece, tali requisiti sono stati introdotti per la sostituzione di infissi e caldaie a meno che non sussistano specifiche condizioni. Parliamo del costo dei lavori inferiore a 10 mila euro e della possibilità di farli rientrare nell’edilizia libera. Nessun esonero, invece, se la sostituzione è associata al Superbonus. Insomma, c’è ancora parecchia confusione da risolvere.

Bonus edilizi, cerchiamo di fare chiarezza sulla documentazione richiesta

Se i Bonus edilizi risultano legati a interventi rientranti dell’edilizia libera che non superano i 10 mila euro di spesa sulle singole unità immobiliari vige l’esenzione dalla presentazione dell’asseverazione di congruità dei costi e del visto di conformità. Questa la direttiva da sempre esistente. Vediamo come cambia la situazione per il contribuente con l’introduzione delle nuove normative. Il riferimento è ai lavori di sostituzione degli infissi e della caldaia.

Durante la conversione in Legge del Decreto Aiuti Bis è stato approvato un emendamento che tutela chi rileva il credito limitandone le responsabilità. Nello specifico, tale emendamento dispone che le imprese e le banche che acquistano crediti dal contribuente debbano giustificare insieme al contribuente stesso eventuali irregolarità e l’illegittimità del credito solamente in presenza di dolo o colpa grave. La deroga è valida se la documentazione risulta completa di visto di conformità, attestazioni, asseverazioni.

Studiamo il caso dei crediti più vecchi

Per quanto riguarda i crediti più vecchi non soggetti all’obbligo di visto e asseverazione, invece, il testo sottolinea come il cedente ossia il fornitore dei lavori, solo lui, è tenuto ad acquisirla, ora per allora. Tale passaggio è fondamentale per vendere i crediti a condizioni migliori. Però comporta costi aggiuntivi, le spese per pagare il professionista incaricato del rilascio dei certificati.

Si attendono, infine, delucidazioni da parte dell’Agenzia delle Entrate per capire se i requisiti del costo inferiore a 10 mila euro e dell’edilizia libera siano ancora validi per ottenere l’esenzione.

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