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Canone Rai nel vortice delle incertezze: come e quanto si pagherà nel 2023?

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Il tempo scorre inesorabile e del Canone Rai nessuna notizia. Come si pagherà una volta uscito dalla bolletta della luce? E soprattutto, quale somma i cittadini saranno chiamati a versare?

Un vortice di incertezze travolge il Canone Rai a pochi mesi dall’inizio del 2023. Le direttive UE sono chiare, le indicazioni del Governo molto meno.

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L’Unione Europea ha stabilito che è necessario togliere ogni voce non direttamente connessa con l’energia elettrica dalla bolletta della luce. Una sentenza che ha messo in difficoltà il Governo Italiano già impegnato a prendere decisioni importanti su altri fronti. Tra pochi mesi scriveremo “The end” alla storia del Canone Rai in bolletta, decisione presa nel 2016 per cercare di far fronte all’elevato numero di evasori. Lo stratagemma ha funzionato per svariati anni ma nel 2023 gli italiani si troveranno catapultati in una nuova realtà di cui ancora non sono stati delineati i confini. Niente 90 euro ripartiti in 10 mesi nella bolletta della luce, questo è chiaro. Ma, allora, come verrà corrisposta l’odiata tassa e, soprattutto, le previsioni di aumento dell’importo si avvereranno realmente?

Canone Rai, solo incertezze per il prossimo futuro

Ogni possibile nuovo metodo di pagamento del Canone Rai si trova nel mondo delle idee di Platone. La realizzazione dalla teoria alla pratica è ancora piena di incertezze e, dunque, ad oggi possiamo elencare solo una serie di ipotesi. Ipotesi che sono poco condivise tra i partiti prossimi alle elezioni e accennate durante la campagna elettorale. Il tema è particolarmente sentito per gli italiani e nessun politico vuole azzardare una mossa che potrebbe costargli molti voti.

L’abolizione della tassa, naturalmente, sarebbe un desiderio realizzato per i cittadini. A portare avanti questa idea Matteo Salvini che propone una riduzione progressiva del Canone fino alla sua sparizione entro il 2030. Giorgia Meloni nel mese di ottobre 2021 ha sostenuto come mettere le mani nelle tasche degli italiani sia inaccettabile in un periodo di crisi economica in risposta all’ipotesi di tassare anche l’uso di smartphone e tablet. A maggior ragione dovrebbe esserlo oggi, tra rincari e inflazione all’8%. Ma nessuno ne parla, nessuno rischia di commettere un errore che potrebbe allontanare dalla poltrona del potere.

Le alternative alla tassa in bolletta

Il bollettino postale è una delle ipotesi al vaglio dell’esecutivo. Si tratterebbe, però, di usare lo stesso sistema che fino al 2016 ha causato un tasso di evasione molto alto. Andrebbero, dunque, apportate modifiche e accorgimenti per non incorrere nello stesso problema. Una seconda strada prevede l’inserimento del Canone Rai nella fiscalità dello Stato ma avrebbe costi troppo elevati e l’applicazione risulterebbe alquanto complessa.

Intanto in altri Stati UE come Francia e Gran Bretagna l’abolizione non è più sogno ma realtà. Macron ha mantenuto la promessa di eliminare la tassa; Nadine Dorries ha congelato il Canone per due anni per poi procedere con l’abolizione dello stesso. In Italia, però, la cancellazione è ancora lontana. Tra le alternative alla bolletta emerge l’inserimento dell’imposta nella tassazione congiunta (come accade in Israele) o come tassa sull’abitazione (come in Norvegia e Finlandia) oppure come tassa di competenza regionale. Da chiarire, infine, la questione del costo del Canone. Uscendo dalla bolletta tornerà a 113 euro circa, questa l’ipotesi più plausibile. Non vogliamo, invece, prendere in esame la possibilità che aumenti fino a 300 euro. Sarebbe una batosta ingiustificabile per i cittadini soprattutto considerando le molteplici difficoltà in atto.

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