I lavoratori che hanno maturato contributi coincidenti possono percepire una pensione più elevata, grazie alla totalizzazione gratuita. Come?
I liberi professionisti che, in passato, hanno lavorato anche come dipendenti, si ritrovano anche i cd. contributi coincidenti.
Si tratta di contributi che non sono unificabili, tramite, ad esempio, la totalizzazione o la ricongiunzione e, dunque, la preoccupazione dei lavoratori è che vadano persi e che siano inutilizzabili ai fini della maturazione del diritto all’assegno.
I contributi coincidenti, in realtà, non si perdono, ma servono ad aumentare l’ammontare della quota; invece, nell’ipotesi in cui siano insufficienti, sono utili per ottenere l’erogazione di due diverse pensioni.
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I contribuenti che svolgono un’attività lavorativa a tempo pieno e, contemporaneamente, anche un doppio lavoro, sono obbligati al versamento dei contributi per entrambe le attività. In tal caso, tali contributi saranno coincidenti. Quelli che scaturiscono dal secondo lavoro si addizionano a quelli del primo, però, non possono essere usati per la maturazione del diritto alla pensione.
Cosa significa? Che gli anni di contribuzione legati dal secondo lavoro (part- time) non contano ai fini del calcolo per il diritto alla rendita, quindi non consentono all’interessato di accedere al pensionamento in anticipo.
Qual è, dunque, il ruolo del contributi doppi, pagati, allo stesso tempo, in più Gestioni previdenziali? Quello di incrementare l’importo del futuro assegno pensionistico, perché rientrano nella misura della pensione. L’ammontare finale, infatti, viene calcolato in relazione a tutti i contributi effettivamente versati.
Quanto appena detto vale anche nel caso del cumulo gratuito dei contributi. Per la maturazione del diritto alla pensione, infatti, è possibile sommare gratuitamente i periodi che si accavallano; allo stesso modo, per la determinazione dell’importo dell’assegno pensionistico, devono essere presi in considerazione tutti i contributi e, quindi, la pensione sarà più ricca.
Affinché anche i contributi coincidenti possano avere importanza ai fini del diritto alla pensione, l’unico metodo a disposizione del lavoratore è la totalizzazione dei versamenti presso le diverse Gestioni. In questo modo, infatti, è possibile addizionare i periodi previdenziali e di conseguire il diritto ad una pensione unica. L’aspetto negativo di tale meccanismo, tuttavia, sta nell’applicazione del ricalcolo contributivo dell’assegno.
La totalizzazione può trovare applicazione per la:
Inoltre, la legge prevede la necessità di un minimo di anni di contribuzione in ogni gestione.
Per effetto della totalizzazione, i contributi continuano a sussistere nelle relative Gestioni, ma si sommano solo per la determinazione dell’importo della pensione. Tale operazione, dunque, permette solo di poter avere una somma più elevata, non anche di poter maturare il requisito contributivo per avere diritto al pensionamento.
Ogni Ente previdenziale, poi, al momento della presentazione della domanda di pensione, è tenuto ad effettuare un calcolo pro rata, basato sui contributi effettivamente versati, anche se coincidono con quelli fatti ad altri Enti.
In conclusione, attraverso la totalizzazione, si ha diritto al pagamento di un’unica pensione, calcolata pro rata e con metodo contributivo, anche se i versamenti previdenziali continuano a sussistere separatamente presso le diverse Gestioni.
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