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Nuova speranza per i malati di Cuore, sul comportamento di un piccolo pesce una scoperta incredibile

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Oggi, grazie alla ricerca, i malati di cuore possono contare su molte efficaci terapie. Ma una scoperta dà vita a nuovi incredibili scenari. 

Il Pesce Zebra è uno dei classici pesciolini da acquario Probabilmente tanti di noi ce l’hanno nella teca insieme ad altri pesci colorati. Ma grazie a una scoperta, questo piccolino d’acqua dolce potrebbe diventare molto “famoso”.

Adobe Stock

Tutto nasce dall‘osservazione del comportamento del pesce, effettuato da alcuni ricercatori. Certo la scoperta è solamente agli inizi, ma apre a numerose possibilità di cura per chi è affetto da patologie cardiache.

Oggi su alcune delle riviste scientifiche più note al mondo c’è il risultato di un nuovo studio. È stato effettuato e pubblicato dal team del Berlin Institute for Medical Systems Biology (BIMSB). Ciò che ha osservato potrebbe dare un’ulteriore svolta alle cure riservate ai malati cardiaci. Se gli approfondimenti daranno buoni risultati potremmo essere di fronte ad una vera rivoluzione scientifica. Ecco cosa hanno scoperto.

Nuova speranza per i malati di Cuore, grazie al comportamento di un piccolo pesce

La Natura e la Vita continuano a darci sorprese e speranze ogni giorno. Anche se finora l’Uomo ha scoperto tantissime cose. Ultimamente ad esempio abbiamo parlato di come le difese del Grano Selvatico potranno essere studiate per migliorare le varietà che coltiviamo.

Anche per quanto riguarda la nostra salute, l’ultima scoperta ci dà ottime prospettive. Alcuni scienziati hanno infatti osservato le capacità rigenerative di un pesciolino d’acqua dolce. Il pesce riesce a ricostruire alcune parti del suo corpo quando danneggiate. Ma la cosa eccezionale è che riesce a farlo anche con tessuti molto complessi, come quelli cardiaci.

Gli esperimenti hanno riguardato un particolare meccanismo. Esistono dei fibroblasti presenti nel cuore del pesciolino, e più in particolare nelle cellule. “Quando i fibroblasti sono attivi, anche una sequenza di RNA si accende e dà il via alla rigenerazione.” Gli scienziati hanno provato a “bloccare” i fibroblasti, e hanno visto che in questo modo la rigenerazione si ferma.

Se nell’uomo esistesse un meccanismo di questo genere, potremmo capire come attivarlo e dunque permettere al corpo di fare la stessa cosa. Ovvero ricostruire alcune parti danneggiate. Forse, non solo del cuore.

Sicuramente adesso gli esperti di tutto il mondo uniranno le forze, e la speranza è che possano sviluppare un farmaco efficace che dia speranza a tutti i malati.

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