Permessi legge 104 e Ape sociale per disabili: come funzionano e chi ne ha diritto

I lavoratori disabili possono beneficiare di permessi retribuiti se in situazione di gravità ai sensi della legge 104/92 art. 3 comma 3.

I tre giorni di permesso al mese, frazionabili anche in ore, spettano infatti a: disabili gravi; genitori, anche adottivi oppure affidatari, di figli disabili in situazione di gravità; coniuge, parte dell’unione civile, convivente di fatto, parenti o affini entro il terzo grado di familiari con disabilità grave.

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Il diritto può essere esteso ai parenti e agli affini nel caso in cui i genitori, il coniuge, la parte dell’unione civile o il convivente di fatto abbiano compiuto 65 anni di età, siano affetti da patologie invalidanti oppure siano mancanti o deceduti.

Permessi legge 104 e Ape Sociale: il quesito

Un lettore ha inviato il seguente quesito: “Sono stato riconosciuto dall’INPS invalido al 75% per apnee notturne, diabete, e sono su ossigeno (bombola ogni 3 settimane) e CPAP. Il fatto è che il medico del CAF ha detto che non hanno considerato la mia BPCO e quindi fanno ricorso. Ho 64 anni e quasi 19 di contributi. Mi chiedevo se potevo qualificare per l’Ape Sociale e se potevo usufruire dei 3 giorni mensili di permesso dal lavoro – al CAF hanno detto no perché l’INPS non hanno riconosciuto lo stadio grave ma solo severa. Spero di ottenere il riconoscimento del 80% al ricorso; la BPCO è invalidante, progressiva, senza cure, e mortale. Ringrazio sperando in un vostro consiglio.”

Come funziona l’Ape sociale

L’Ape sociale è un’indennità a carico dello stato che viene erogata dall’INPS, entro determinati limiti di spesa. Viene riconosciuta ai lavoratori, con almeno 63 anni di età, iscritti all’AGO dei lavoratori dipendenti, alle forme sostitutive ed esclusive, alle gestioni speciali dei lavoratori autonomi e alla Gestione Separata.

Può essere richiesta se si fa parte di una di queste categorie:

  • disoccupati– inclusi i dipendenti con contratto a termine che nei tre anni precedenti abbiano lavorato per almeno 18 mesi- con indennità di disoccupazione conclusa. In questo caso è richiesta un’anzianità contributiva di almeno 30 anni;
  • caregiver che al momento della richiesta assistono da almeno sei mesi il coniuge, la persona in unione civile o un parente di primo grado convivente disabile grave ai sensi della legge 104/92 art. 3 comma 3. Sono inclusi anche i lavoratori che prestano assistenza a un parente o un affine di secondo grado convivente, nel caso in cui i genitori o il coniuge della persona disabile in situazione di gravità abbiano compiuto i settanta anni di età, siano affetti da patologie invalidanti, siano deceduti o mancanti. Richiesti 30 anni di contributi versati; 
  • invalidi civili con ridotta capacità lavorativa di almeno il 74% e sempre 30 anni di anzianità contributiva;
  • lavoratori dipendenti con 36 anni di anzianità contributiva, che abbiano svolto da almeno 7 anni negli ultimi 10 oppure 6 anni negli ultimi 7, una delle professioni incluse tra quelle considerate gravose.

L’Ape sociale viene corrisposto per 12 mensilità. L’indennità è pari, se si è iscritti a un’unica gestione, all’importo della rata mensile di pensione calcolata al momento dell’accesso -se inferiore a 1.500 euro- oppure pari a 1.500 euro se la pensione è uguale o maggiore di questa cifra.

Permessi 104 e Ape sociale

Nel caso del lettore, i permessi legge 104 non possono essere concessi dato che non è stato riconosciuto come disabile in situazione di gravità. Allo stesso modo, non è possibile accedere all’APE Sociale perché manca il requisito dell’anzianità contributiva pari ad almeno 30 anni.

Se dovesse essere accettato il ricorso, raggiungendo una percentuale di invalidità all’80%, consigliamo di rivolgersi a un patronato o altro ente. Così potrà valutare le opzioni eventualmente disponibili, come ad esempio la pensione anticipata per invalidità.

Se hai dubbi o vuoi porre una domanda di carattere previdenziale, fiscale e legge 104, invia qui il tuo quesito.

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