Mais introvabile, ecco cosa potrebbe succedere a breve se il granoturco non tornerà disponibile

Mais introvabile, un altro dei tanti effetti del cambiamento climatico. Ecco cosa sta succedendo nel mondo e quali sono gli scenari futuri.

La pianta di Mais per come la conosciamo è a rischio, in tutto il mondo. Se sparisse, le conseguenze si riverserebbero su molti altri settori e non solo alimentari.

Mais introvabile
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Il Mais, infatti, è una materia prima preziosissima, perché alimenta diversi comparti. Da quando Cristoforo Colombo lo portò in Europa questo alimento ha assunto molteplici ruoli. Dapprima come mangime per animali, poi come integrazione nella dieta umana e infine come elemento per l’industria.

Ma oggi, com’è la situazione attorno a questo tipo di coltivazione? Finora la natura resistente del Mais ha permesso che venisse raccolto in molti Paesi del mondo, anche con climi diversi. Negli ultimi anni, però, i cambiamenti climatici hanno cominciato a minare la “salute” delle coltivazioni.

Mais introvabile, ecco cosa potrebbe succedere a breve se il granoturco non tornerà disponibile

L’Olio di Semi è uno di quei prodotti che, a causa della guerra in Ucraina, hanno cominciato a scarseggiare. Probabilmente non si tratta di un “dramma” perché esistono diverse alternative. Almeno per quanto riguarda l’utilizzo a beneficio del consumatore finale, ovvero il cittadino. La carenza, però, è dovuta anche ad altri fattori.

Il caldo estremo, la siccità e le alluvioni anomale che stanno colpendo aree in tutto il mondo hanno danneggiato le coltivazioni. Dunque la materia prima scarseggia.

Se manca il Mais, il problema non è certo nel passare all’olio di arachidi, tanto per fare un esempio. Perché si tratta di un ingrediente che va a permettere la realizzazione di tanti altri prodotti. Quelli industriali potrebbero essere migliaia, tanto per dare un’idea.

Tra questi uno che spicca, a cui forse nessuno avrebbe pensato, è la Coca-Cola. La famosissima bibita, infatti, viene dolcificata con uno zucchero estratto proprio dal Mais. Potremmo rinunciare anche a questa bibita, in effetti, viste le numerose alternative. Ma il problema, ancora una volta, non è certo questo.

Il danno maggiore sarebbe a carico della nutrizione animale. Il Mais costa poco e dà sufficiente sostentamento a bovini, ovini, pollame e suini. Se gli allevatori dovranno passare ad altro tipo di alimentazione potremmo avere meno disponibilità di carni oppure prezzi esorbitanti per i tagli che oggi hanno un costo accessibile.

Persino i medicinali che usiamo regolarmente sono a rischio. Le aziende farmaceutiche usano derivati del Mais per rendere le compresse o le capsule facilmente deglutibili e assimilabili.

Dunque, il fatto che il Mais non sia molto reperibile non è una buona notizia. Come affrontato anche in un altro articolo, “avvertimenti” di questo genere dovrebbero cominciare a far scattare provvedimenti. Quantomeno da parte della politica.

I cambiamenti climatici non sono una questione “lontana”, o da considerarsi apocalittica come nei film. Il rischio è che se non si interviene in tempo potremmo vivere un’esistenza molto più difficile. E i nostri figli si troveranno a sopravvivere in un Pianeta molto più “ostile” rispetto al meraviglioso paradiso in cui viviamo adesso. Paradiso che da molto tempo lancia “grida di sofferenza”, che non dovrebbero essere lasciate inascoltate.

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