Farmaci antidepressivi: gli italiani spendono sempre di più per ovviare al malessere, lo dice Aifa

L’acquisto di farmaci antidepressivi è schizzato alle stelle. I dati del 2021 confermano un trend che è purtroppo in crescita.

Non sorprende che dopo il 2020 gli italiani si siano “curati di più”. Continuamente sotto pressione per i problemi legati al Covid – e non solo – la salute mentale di molti di essi è peggiorata.

Farmaci antidepressivi
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L’Osservatorio Nazionale sull’impiego dei medicinali (OsMed) dell’Aifa ha pubblicato gli ultimi dati, che non sono affatto rassicuranti. Negli ultimi due anni e mezzo l’attenzione della scienza e della medicina, e soprattutto della politica, si è concentrata sulla “guerra al Covid”. Purtroppo, molti altri aspetti riguardanti la salute pubblica – e non solo – sono stati completamente ignorati.

Gli effetti collaterali del Covid sul benessere della popolazione

Passata (o quasi) la paura per “un virus sconosciuto che avrebbe potuto spazzare via l’umanità dalla faccia della Terra”, adesso dobbiamo fare i conti. I conti con una gestione della pandemia che, se pur con tutte le buone intenzioni, ha fatto anche molti danni. Economici in primis, ma anche sulla pelle degli italiani.

Abbiamo la memoria corta, probabilmente. Perché, desiderosi di ricominciare a vivere (e come biasimarci), forse non ricordiamo più gli immensi disagi vissuti durante i lockdown. Se affrontare qualcosa del genere è stato difficile per le persone “sane”, figuriamoci per chi aveva già problemi di salute.

Sui danni collaterali della pandemia dobbiamo ricordare cosa è avvenuto, e questo è solamente uno degli innumerevoli disagi. Molti disabili, autistici, ragazzi in difficoltà psicologica si sono visti interrompere bruscamente le attività di supporto. Le famiglie sono state abbandonate a se stesse.

In nome di un virus che poteva contagiare tutti (cosa che comunque è avvenuta lo stesso) sono state chiuse strutture che aiutavano concretamente chi aveva problematiche di vario tipo. Ma anche i ragazzi “normali” hanno dovuto interrompere gli studi, la frequenza ai centri sportivi e la socialità. Cose che hanno creato danni gravissimi alla psiche, perché quella dell’età evolutiva è una psiche più fragile.

E a nulla sono serviti gli appelli di psichiatri e associazioni. La “guerra al Covid” doveva andare avanti a tutti i costi. Ma chi ha pagato di più? Su tutti, la salute mentale degli italiani. E, contrariamente a un Dpcm che può essere revocato in poche ore, l’equilibrio e il benessere mentale ritorneranno tra molti anni. Se tutto va bene. Nel mentre, aumenta la spesa per l’acquisto di antidepressivi.

Farmaci antidepressivi, il consumo è in aumento, il report

I dati pubblicati sui consumi di medicinali da parte degli italiani parlano chiaro. Come solo i numeri sanno fare.

Anche se i numeri non riusciranno mai a raccontare cosa significa cadere in depressione, manifestare ansia, non riuscire più a godersi la vita serenamente.

Che è ciò che sta succedendo al 30% degli italiani. Lo afferma – tra gli altri – anche Antonio Picano, psichiatra dell’Ospedale San Camillo di Roma, dopo aver letto il rapporto dell’Aifa.

Sempre dai dati del report stilato dall’OsMed dell’Aifa, ecco cosa risulta. “Nel 2021 il consumo giornaliero degli antidepressivi è stato pari a 44,6 DDD (dose media di un farmaco assunta giornalmente da un paziente adulto) ogni 1.000 abitanti, in aumento del 2,4% rispetto all’anno precedente e con una variazione media annua del 1,9% dal 2014.”

La spesa nazionale per l’acquisto di farmaci è aumentata nel 2021 per almeno il 3,5% in più rispetto all’anno precedente. Il “Bonus Psicologo” andrà probabilmente nel report del prossimo anno. Molti italiani, se avessero risorse sufficienti, continuerebbero a spendere per supporto psicologico e psichiatrico. E ovviamente per farmaci eventualmente prescritti. Che, bisogna specificare, non sempre sono mutuabili. Nonostante alcune malattie psichiatriche siano di natura patologica.

Il quadro che emerge da questo report è molto indicativo di come, a causa di pandemia, crisi economica e incertezze, il benessere degli italiani stia diminuendo sempre più.

Ma la cosa peggiore è che non sembra vi sia una volontà concreta di risolvere queste problematiche. Da tempo SINPIA (la Società Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza) cerca di far ascoltare il suo appello.

Mancano le strutture, mancano un approccio e un sistema integrato in linea con le esigenze dei pazienti e dei loro familiari. Urge un progetto educativo, sociale e sanitario, e soprattutto un’evoluzione culturale nel comparto delle malattie psichiatriche, ancora viste come una vergogna.”

I farmaci, insomma, sono solo una parte di ciò che si può fare per migliorare la qualità della vita delle persone. Questi, sono già disponibili nel mercato. Il resto, deve ancora arrivare.

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