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Contro il Fuoco di Sant’Antonio c’è un nuovo vaccino, la cura che in pochi conoscono ma che è fortemente raccomandata soprattutto dopo i 50 anni

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Contro il Fuoco di Sant’Antonio, ad oggi, abbiamo diverse armi. Ma forse non tutti sanno che esistono vaccini efficaci.

Scientificamente parlando, il responsabile del Fuoco di Sant’Antonio o Herpes Zoster è il varicellazoster. Chiunque ha avuto la Varicella può in ogni momento essere colpito da questa forma acuta e che dà disagi di salute molto importanti.

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Non a caso si chiama Fuoco di Sant’Antonio. Si rifà alla narrazione della sofferenza del Santo, preso di mira dal diavolo sotto forma di serpente. Herpes Zoster deriva da due parole che significano “serpente” e “cinta, cintura”. Infatti l’herpes spesso si forma nel corpo in zone a strisce lunghe, che si possono estendere in svariate parti.

I sintomi si manifestano dapprima con la comparsa di chiazze rossastre in tutto il corpo, anche vescicolari proprio come quelle della varicella. Queste poi seccano e danno un bruciore e dolore intensi. Possono comparire febbre, dolori articolari e mal di testa.

Attualmente, le persone che sviluppano l’Herpes Zoster vengono curate con antidolorifici (anche analgesici oppiacei), antivirali e antinfiammatori, oltre che con preparati topici per lenire i forti bruciori.

Secondo la Scienza, è molto più probabile prendere il Fuoco di Sant’Antonio dopo i 65 anni. Ma statisticamente, una persona su 4 lo prende almeno una volta nella vita. Il virus della Varicella, infatti, rimane latente nell’organismo, ma se questo si indebolisce può riprendere forza e manifestarsi come Herpes Zoster.

Il problema di questa malattia risiede nelle complicanze date dalla forma grave Talvolta l’infiammazione colpisce gli occhi e se non presa in tempo e con le adeguate cure può portare alla cecità. Le probabilità di contrarre la forma acuta aumentano dopo i 50 anni.

Ma non solo: secondo i dati statistici, la malattia non sempre termina con il normale decorso. “Settimane o mesi dopo la guarigione dell’eruzione, può insorgere uno stato doloroso cronico. Nel 20% dei malati oltre i 65 anni, questo stato permane per più di 3 mesi“. Ecco che possiamo e dobbiamo in qualche modo prevenire tutto ciò, usando i vaccini che già sono in commercio e uno nuovo che è disponibile in Svizzera.

Nuovo vaccino contro il Fuoco di Sant’Antonio, la cura che in pochi conoscono ma che è fortemente raccomandata

Come abbiamo detto all’inizio dell’articolo, le persone dai 50 anni in su corrono più rischi in caso di comparsa di Fuoco di Sant’Antonio. Così come i soggetti più giovani, dai 18 anni in su, soprattutto se immunodepressi. Dunque la vaccinazione è fortemente consigliata per queste categorie di persone.

I vaccini esistenti sono in pratica dei “riattivatori” delle difese contro la Varicella. In pratica contengono il virus vivo attenuato a dosi molto alte. C’è inoltre un nuovo vaccino “a subunità adiuvato (glicoproteina gE)”, disponibile in Svizzera. Che però verrà riservato probabilmente solo ai soggetti di età compresa tra i 65 e i 79 anni senza immunodeficienza.

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