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Virus di Marburg, ‘febbre, emorragia e morte’, cos’è il nuovo potenziale pericolo sanitario per il mondo

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Il virus di Marburg rappresenta un ulteriore pericolo per le nostre vite. Le pandemie, mai come prima d’ora, spaventano il mondo scientifico.

I casi sono stati individuati in Ghana. Ma la pandemia di Covid ci ha insegnato che, purtroppo, ciò che succede lontano può arrivare anche da noi. Con esiti nefasti.

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Ma che cos’è il virus di Maburg? Andiamo a scoprire come si manifesta questa malattia, le cause, la trasmissibilità e quali sono i timori del mondo scientifico.

Siamo dunque davvero nell’era delle pandemie (?). Qualcuno lo aveva detto diverso tempo fa. Ma evidentemente non era una “profezia” pronunciata a caso. Il motivo della diffusione massiccia di vecchie e nuove malattie è presto detto. Ogni giorno, nel mondo, miliardi di persone lasciano il proprio Paese. Per vacanze, lavoro o sopravvivenza. Con sé portano anche le malattie, alcune delle quali potenzialmente molto pericolose.

Cos’è il Virus di Marburg, le parole degli esperti e l’allarme mondiale

Il nome di questo virus probabilmente è sconosciuto ai più, ma intanto possiamo dire che appartiene alla famiglia dell’Ebola, la terribile malattia altamente mortale per l’uomo.

Come riportano le informazioni divulgate da OMS e ISS, l’Ebola si diffonde attraverso lo scambio di sangue/secrezioni/fluidi corporei di soggetti infetti. Animali o umani, vivi o morti. In Africa l’infezione è stata registrata anche a seguito di contatto con scimpanzé, gorilla, pipistrelli della frutta e altri animali.

Sembra che anche il Virus di Marburg segua la stessa “tecnica di contagio”. Ad oggi, sono due i pazienti morti in Ghana cui era stata diagnosticata la malattia. Che la comunità scientifica definisce senza mezzi termini “altamente letale”.

Il decorso, infatti, è veloce ma nefasto. I soggetti infettati manifestano dapprima febbre alta, forti mal di testa, vomito e diarrea. Dopo circa una settimana possono comparire le prime emorragie, che nella stragrande maggioranza dei casi portano alla morte.

Le passate epidemie di questo genere di virus si sono contraddistinte per tassi di mortalità molti alti, dal 24 all’88%. La differenza è stata calcolata in base al ceppo del virus e a come è stata affrontata l’epidemia.

Francis Kasolo, rappresentante dell’OMS in Ghana, in merito ai due casi appena scoperti ha dichiarato: “Le autorità sanitarie sono sul campo per indagare sulla situazione e prepararsi per una possibile risposta all’epidemia. Stiamo lavorando a stretto contatto con il Paese per aumentare il rilevamento, tenere traccia dei contatti ed essere pronti a controllare la diffusione del virus“.

Panico, paura ma anche “coerenza”

Il mondo scientifico a livello globale si sta ovviamente occupando del caso dei due pazienti morti in Ghana. Per questo virus, così come per tantissime altre malattie, è sempre in essere un monitoraggio condiviso da esperti di tutto il mondo.

È anche vero che secondo le parole di Carlo Federico Perno, virologo clinico e responsabile della Microbiologia e Diagnostica di Immunologia all’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma, possiamo stare “relativamente tranquilli”.

Secondo l’OMS, “In Africa, dove si sono verificate le epidemie più gravi, le cerimonie di sepoltura e il diretto contatto con il cadavere dei defunti hanno probabilmente avuto un ruolo non trascurabile nella diffusione della malattia.

Inoltre, sempre secondo il professor Perno, virus del genere si comportano in maniera “autolimitante” e le infezioni si sviluppano in numero “limitato”. Inoltre sembra che il Virus di Marburg, come altri, faccia danni soprattutto in persone malnutrite, o con gravi problemi pregressi di salute. Aggiungiamo le diverse condizioni generali igieniche, nonché la qualità dei servizi ospedalieri, l’intervento immediato in caso di sospetto. Certo l’attenzione deve esserci, ma deve rimanere anche del sano raziocinio.

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