Rumors preoccupanti sul fronte aumenti tariffe telefonia. WindTre sta pensando “bene” di aumentare tutto. Ma per i consumatori sarebbe il “default”.
Da una “denuncia” apparsa su Repubblica fino ai vari organi di comunicazione che stanno diffondendo la notizia, è allarme rincari. Questa volta, sul fronte telefonia. Insorgono le Associazioni dei Consumatori.
Gli aumenti dei prezzi stanno rendendo la vita degli italiani sempre più difficile. Andiamo al supermercato e per fare la spesa dobbiamo rinunciare a molte cose. Facciamo benzina e viene “tristezza” a vedere la lancetta dell’autonomia che si sposta appena. I trasporti, i voli aerei, i soggiorni per le vacanze sono diventati “proibitivi”. I pedaggi autostradali pure. Dove vogliamo arrivare? Sicuramente, con questo costo della vita, poco lontano.
L’ultimo allarme, come se non ce ne fossero già abbastanza, arriva dalla “scandalosa” proposta di WindTre. Ecco cosa sta accadendo e come potrebbe diventare pericoloso questo “precedente”.
La notizia rischia di causare un bel caos. E soprattutto “panico” tra gli italiani, già attanagliati da un costo della vita diventato quasi insostenibile. Verso la fine di giugno, WindTre ha inviato una richiesta esplicita all’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom).
WindTre è uno dei maggiori operatori di telefonia in Italia, e offre abbonamenti a Internet e vari tipi di servizi per dispositivi mobili. Sappiamo bene che oggi avere una connessione e un cellulare è praticamente “obbligo”. E tra un piano e l’altro, SIM e opzioni varie, ci costa in media 50-80 Euro al mese.
La richiesta avanzata dall’operatore telefonico è alquanto “pericolosa”, non solo per gli effetti immediati, ma anche per il “precedente” che potrebbe creare se venisse accolta. Infatti, WindTre ha inviato una domanda all’Agcom per poter “rimodulare automaticamente le tariffe in base all’attuale tasso di inflazione”. Che come sappiamo è schizzata alle stelle n.d.r. e adeguare le tariffe diventerebbe praticamente un “salasso”.
Secondo Federconsumatori, WindTre avrebbe sfruttato la “logica in base alla quale TIM lega all’inflazione le tariffe applicate alle società esterne che noleggiano la sua rete all’ingrosso. E che appunto dovrebbe consentire agli operatori di includere l’inflazione stessa nel calcolo dei prezzi applicati al cliente finale“. Una “motivazione” che appare “inapplicabile eticamente” al consumatore finale, in pratica.
Le attuali procedure e tutele del consumatore, inoltre, renderebbero molto difficile poter attuare quella che sarebbe una vera e propria “modifica unilaterale del contratto”. Sono previste comunicazioni da parte dell’azienda ai clienti, un periodo di tempo per poter recedere e ovviamente la possibilità di farlo gratuitamente.
Ma se la richiesta di WindTre fosse approvata, potrebbero farlo praticamente tutti. Dunque a che servirebbe poter passare ad un altro operatore? Andando oltre ai tecnicismi, poi, risulta davvero sconcertante comprendere che non vi sia alcuna attenzione ai clienti, e che molte aziende guardano solamente al profitto.
Anche Federconsumatori, con le sue dichiarazioni rilasciate ai vari organi di stampa, solleva la questione. E auspica fortemente che la domanda inoltrata da WindTre non venga accolta.
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