Pensione+commercianti%3A+spetta+anche+se+si+vende+l%E2%80%99attivit%C3%A0%3F+La+risposta+%C3%A8+sbalorditiva
informazioneoggi
/2022/06/28/pensione-commercianti-se-si-vende-lattivita/amp/
Pensioni

Pensione commercianti: spetta anche se si vende l’attività? La risposta è sbalorditiva

Published by

Quali sono i requisiti per accedere alla pensione commercianti? Cosa cambia se si vende l’attività?

Sono numerose le tipologie di pensione a cui possono accedere i commercianti: pensione di vecchiaia, contributiva, anticipata, Quota 100, Opzione Donna, pensione per i lavoratori precoci.

Adobe Stock

Fino a qualche anno fa, gli iscritti presso le Gestioni speciali INPS dei lavoratori autonomi, come la Gestione dei commercianti, sottostavano a regole diverse per quanto riguarda i requisiti per la pensione, rispetto agli iscritti presso il Fondo pensione lavoratori dipendenti.

Ad esempio, per la pensione di vecchiaia, l’età richiesta era diversa per gli uomini e per le donne, per i lavoratori autonomi e per i dipendenti; questi ultimi, inoltre, avevano regole differenti in base alla categoria di appartenenza. Oggi, invece, in seguito alla Riforma Fornero, non ci sono più molte differenze e la maggior parte dei requisiti pensionistici sono stati parificati.

Pensione commercianti: quando spetta quella di vecchiaia?

I commercianti possono accede a due tipi di pensione di vecchiaia:

  • pensione di vecchiaia in totalizzazione, se si possiedono almeno 66 anni di età e 20 anni di contributi (con una finestra di 18 mesi);
  • pensione di vecchiaia ordinaria, riservata a coloro che hanno almeno 67 anni di età e 20 anni di contribuzione.

Se l’iscritto presso la Gestione commercianti, inoltre, non ha maturato contributi prima del 1996, può ottenere:

  • la pensione anticipata contributiva, se ha 64 anni di età, 20 anni di contributi ed un trattamento non inferiore a 2,8 volte l’assegno sociale;
  • la pensione di vecchiaia contributiva, con almeno 71 anni di età e 5 anni di contribuzione.

Leggi anche: “Artigiani e Commercianti “beccati”: quali lettere arriveranno dall’INPS“.

Si ha diritto alla pensione anche se si vende l’attività?

La pensione commercianti si può chiedere anche nel caso di vendita dell’attività? Per l’INPS è del tutto irrilevante, ai fini della maturazione dei requisiti per la pensione di vecchiaia, la circostanza di aver venduto l’attività. Gli unici presupposti richiesti dalla legge, infatti, riguardano l’età anagrafica e contributiva. In particolare, la Legge Fornero ha stabilito che il pensionamento spetta al raggiungimento dei 67 anni di età e di 20 anni di contributi (pensione di vecchiaia ordinaria), oppure di 42 anni e 10 mesi di contributi versati (41 anni e 10 mesi per le donne) per la pensione anticipata.

Il discorso è diverso nel caso della cd. “pensione commercianti IndCom”. Si tratta, infatti, del trattamento erogato dall’INPS in seguito alla cessazione dell’attività e alla rottamazione della licenza, prima della maturazione di tutti i requisiti per la pensione vera e propria.

In questo caso, dunque, è fondamentale la chiusura definitiva dell’attività commerciale, unita alla cancellazione licenza e dal Registro Imprese. L’articolo 11-ter della legge 128/2019 richiede anche il raggiungimento di un’età minima di 62 anni (per gli uomini) o di 57 anni (per le donne) e l’accumulo di almeno 5 anni di contributi, versati alla Gestione INPS dei commercianti.

Conclusioni

Se si possiedono tutti i presupposti per ottenere la pensione di vecchiaia o la pensione anticipata, la vendita dell’attività non è assolutamente rilevate, perché si avrà comunque diritto alla prestazione.

Se, invece, non si possiedono ancora tutti i requisiti per il pensionamento, si può presentare all’INPS domanda di indennizzo commercianti. L’assegno è pari a 524,35 euro al mese e spetta fino al raggiungimento del diritto alla pensione.

La prestazione IndCom, però, necessita sia della cessazione dell’attività (con seguente cancellazione dal Registro delle Imprese o dal REA) sia della rottamazione della licenza, con riconsegna al Comune. Inoltre, la circolare INPS 77/2019 specifica che: “la cessazione deve essere definitiva e riguardare l’intera attività commerciale esercitata. Pertanto, non possono fruire dell’indennizzo coloro che hanno trasferito a terzi, a qualsiasi titolo, l’attività commerciale o hanno trasferito rami aziendali o quote di partecipazioni sociali (a titolo esemplificativo, nei casi di cessione, donazione o concessione in affitto d’azienda)”.

Published by

Recent Posts

Bonus condizionatori 2025: fino al 65% di sconto, chi può averlo e come richiederlo

Bonus condizionatori 2025: detrazioni fino al 65% per chi installa impianti efficienti. Requisiti, limiti e…

7 ore ago

Hai una partita Iva e guadagni poco? Da lunedì puoi richiedere 800 euro

Fino a 800 euro al mese per sei mesi: l’INPS riattiva il sostegno ai lavoratori…

9 ore ago

Mi hanno detto di investire in BTP, ma oggi convengono davvero? Tutti i rendimenti a tasso fisso, indicizzati e standard dei Titoli di Stato

Alla domanda se oggi i Buoni del Tesoro poliennali, abbiamo esaminato il rendimento di vari…

13 ore ago

Mia madre ha la 104, posso ottenere qualche sussidio per assisterla? Elenco di tutte le agevolazioni

I familiari che assistono le persone con disabilità sono tutelati dalla Legge 104 dell'anno 1992. L'INPS…

15 ore ago

Casa in affitto? Scopri i bonus a cui hai diritto (ma nessuno pubblicizza)

Anche chi è in affitto può accedere ad agevolazioni fiscali: ecco una possibilità poco conosciuta…

16 ore ago

Modello 730 2025: non tutte le spese sono detraibili, molti sbagliano e devono restituire il rimborso con sanzioni e interessi

Il modello 730 2025 precompilato o ordinario, permette di portare in detrazione varie spese, ricevendo…

18 ore ago