Dall’inizio di giugno i NAS hanno effettuato molti controlli: scarafaggi e sporco è il “minore dei mali” cui si sono trovati di fronte.
L’Emilia Romagna, tutto l’anno ma soprattutto in questa stagione, offre soluzioni turistiche interessanti. Quest’anno però l’ospitalità non è risultata delle migliori, per usare un eufemismo. Da Il Fatto Alimentare giunge un’inquietante serie di notizie.
Attraverso un grande lavoro effettuato dal Nucleo Antisofisticazioni e Sanità dell’Arma, sono state individuate infatti tantissime irregolarità. Soprattutto in esercizi a somministrazione alimentare. I ristoranti coinvolti sono 12, ma nel “mirino” dei NAS sono finiti anche negozi alimentari e persino una farmacia. Ecco cos’è successo.
Il Comando di Carabinieri che ha disposto i controlli forse non si aspettava una così imponente varietà di illeciti. Dall’inizio di giugno hanno ispezionato tantissime attività, e ciò che è emerso è davvero preoccupante.
Certo ogni tanto qualche ristorante o negozio non rispetta le regole, ma qui siamo di fronte a molte infrazioni della Legge, potenzialmente molto pericolose per la salute delle persone. L’immagine della Regione e dell’offerta turistica che offre, solitamente di qualità, sicuramente verrà danneggiata.
Nelle provincie di Bologna, Ferrara, Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini i NAS hanno controllato tanti negozi e ristoranti. Tra le varie irregolarità più o meno gravi, hanno evidenziato condizioni igieniche pessime. Uso di locali non regolamentari per la conservazione dei cibi. Prodotti addirittura scaduti.
In un locale è avvenuto il sequestro di addirittura 8 mila chili di cibo, perché “in cattivo stato di conservazione”. In totale sono 12 i ristoranti che si sono visti sospendere la licenza di attività. Oltre a questi, diversi altri locali specializzati in preparazione e/o vendita di cibi etnici, thailandesi e asiatici hanno mostrato condizioni pessime. Infestazioni di scarafaggi, sporcizia, carne congelata in “pessimo stato” e migliaia di chili di prodotti alimentari scaduti.
Un grave episodio, infine, si è verificato in una Farmacia di Piacenza. Durante un controllo è emerso che nell’esercizio erano in vendita integratori contro la disfunzione erettile non regolamentari. Dopo una verifica, i prodotti sono risultati addirittura “assenti dal registro nazionale degli integratori del Ministero della Salute”.
Arrivati a individuare l’azienda distributrice dell’integratore, operativa a Cremona, è emerso il giro d’affari imponente, e ovviamente illegale. Il sequestro da parte dei Carabinieri ha coinvolto ben 83 mila confezioni di integratori, del valore di almeno 2,5 milioni di Euro.
Fortunatamente queste ispezioni hanno impedito a molti turisti e residenti di accusare malori. La speranza è che il fenomeno sia concluso qui, e che la stagione turistica non subisca un “freno” a causa di pochi esercenti che non rispettano le regole.
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