La prostata ingrossata è solamente uno dei problemi che affliggono gli uomini. Con un esame, però, è possibile prevenire molti disturbi.
Parlare di prostata e delle malattie ad essa connesse è ancora un po’ “difficile”. Anche perché vi sono tanti luoghi comuni che “confondono” gli uomini.
Le patologie della prostata, infatti, sono davvero tante, così come le diversità nella manifestazione. E non compaiono solamente ad una certa età, anzi. Pessime abitudini alimentari e stili di vita non equilibrati aumentano la percentuale anche nei giovani.
La funzione della prostata, che è una ghiandola, è quella di produrre il liquido prostatico, elemento che va a comporre lo sperma. Il liquido prodotto dalla prostata “rafforza” la capacità degli spermatozoi di “scavalcare” le barriere naturali vaginali, assicurando così maggior sopravvivenza degli stessi e quindi più fertilità.
In condizioni ottimali, la ghiandola prostatica è delle dimensioni di una noce, ma a causa di molteplici fattori scatenanti può ingrossarsi. Ciò determina una serie di disturbi, che possono sfociare anche in forme tumorali.
Tra i vari disturbi che possono colpire la ghiandola ve ne sono principalmente tre. La più diffusa è la prostatite, un’infiammazione che può colpire a tutte le età. Dopo i 50 anni può manifestarsi invece fisiologicamente l’ipertrofia prostatica benigna, ovvero un ingrossamento che anche in assenza di sintomi può compromettere diverse funzioni.
La forma più grave dei disturbi a carico della prostata è il tumore. Anche se questo tipo di cancro è curabile e dà ampie possibilità di sopravvivenza, meglio ricorrere a esami diagnostici preventivi.
Secondo l’AIRC, il tumore della prostata è il più diffuso tra i maschi e rappresenta il 18,5% di tutti i tumori diagnosticati
Dunque, di fondamentale importanza risulta essere la prevenzione, così come per altre forme tumorali molto frequenti, ad esempio quello della mammella.
Naturalmente, esistono alcune spie che suggeriscono una visita di controllo approfondita. Anche con una “semplice” prostatite, la persona colpita comincia a soffrire diversi disturbi. “Urgenza” nella minzione, bruciore locale durante la stessa, e nelle infiammazioni più gravi possono comparire febbre, nausea e vomito.
Sull’ipertrofia della prostata è necessario intervenire in tempo, anche in caso di assenza di sintomi, poiché si può andare incontro a gravi problemi renali. In questo caso, meglio effettuare annualmente degli esami, soprattutto dai 50 anni in poi.
Per quanto riguarda invece il carcinoma alla prostata, la migliore arma è sempre la prevenzione. Molto spesso le persone si rifiutano di sottoporsi a controlli perché gli esami alla prostata sono notoriamente invasivi.
Forse non tutti sanno che dai primi anni 2000 gli oncologi hanno potuto sfruttare un semplice esame del sangue, il PSA. L’acronimo sta per “prostate specific antigene“, e come suggerisce il nome l’analisi va a cercare una determinata sostanza per capire se è in atto un tumore.
Come si evince da un’ampia spiegazione pubblicata sul sito dell’AIRC, certo non mancano i dubbi e le perplessità sull’efficacia di questo esame. Ma certamente è un’arma in più che ha permesso di individuare in tempo i tumori alla prostata.
Restano sempre valide ed efficaci, comunque, le generali linee guida per mantenere in salute questa preziosa ghiandola. Come l’adottare un‘alimentazione sana e ricca di frutta e verdura ed evitare gli eccessi. E naturalmente sottoporsi regolarmente a controlli e visite mediche.
(Le informazioni presenti in questo articolo hanno esclusivamente scopo divulgativo e riguardano studi scientifici pubblicati su riviste mediche. Pertanto, non sostituiscono il consulto del medico o dello specialista, e non devono essere considerate per formulare trattamenti o diagnosi)
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